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Piandimeleto, in servizio da mercoledì 1° febbraio l’Infermiere di Comunità

"Si tratta di un servizio molto importante che va ad impreziosire la rete delle cure primarie del nostro territorio"

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Infermiere di prossimità a Piandimeleto

Verrà attivato il 1 febbraio, nel Comune di Piandimeleto, il primo punto di prossimità della Provincia di Pesaro Urbino, che introduce una nuova figura professionale, l’Infermiere di Comunità, in favore dei residenti di una delle zone più interne della Provincia di Pesaro e Urbino, quasi al confine con la Regione Toscana.

Ieri mattina si è svolto un sopralluogo tra il commissario straordinario dell’AST 1 Dr.ssa Maria Capalbo, il subcommissario sanitario Dr. Edoardo Berselli, il Direttore delle professioni sanitarie infermieristiche Dott.ssa Stefania Rasori, il Direttore del Distretto di Urbino Dr. Romeo Magnoni e il Sindaco del Comune di Piandimeleto Veronica Magnani e del Comune di Frontino Andrea Spagna, per ultimare la definizione delle modalità organizzative del percorso e verificarne le condizioni e la fattibilità.

La figura dell’Infermiere di Comunità, introdotta dal Decreto Rilancio sulla riforma della Sanità territoriale, nasce con l’intento di garantire risposte sempre più adeguate ai bisogni dei cittadini, a supporto del personale medico già presente sul territorio, soprattutto in quelle aree in cui il tasso di invecchiamento della popolazione è maggiormente elevato.

Il progetto di Piandimeleto prevede l’istituzione di un punto di prossimità, complementare all’attività svolta sul territorio dai Medici di Medicina Generale e dalle altre figure professionali mediche, che sarà ubicato presso l’ambulatorio di Via Giacomo Matteotti 11, in cui l’Infermiere di Comunità sarà presente tutte le mattine dal lunedì al sabato, dalle ore 9 alle ore 13.

L’infermiere si occuperà della presa in carico dei pazienti affetti da patologie croniche ed, al contempo, garantirà le cure primarie a coloro che si presenteranno presso l’ambulatorio, assicurando una serie di funzioni: rilevazione dei parametri vitali, monitoraggio dei percorsi di presa in carico e di continuità assistenziale, somministrazione delle terapie prescritte, medicazioni, controlli pressori, formazione e supporto dei care-giver di pazienti con patologie croniche con disabilità, effettuazione di elettrocardiogramma e trasmissione della refertazione all’Unità Operativa Ospedaliera di Cardiologia di riferimento, in caso di alterazioni significative rilevate.

Il servizio, infatti, è condotto in stretta integrazione con gli altri professionisti della salute che operano nella rete territoriale e rappresenta l’evoluzione e il completamento delle funzioni assistenziali già presenti per la salute della collettività. Oltre agli specialisti sanitari, il modello prevede la sinergia anche con altre figure professionali, come ad esempio gli assistenti sociali, che, in un’ottica di presa in carico condivisa del paziente, possono trovare soluzioni congiunte per la risoluzione di varie problematiche che lo riguardano, anche di tipo socio sanitario.

Gli infermieri individuati per lo svolgimento del servizio sono infermieri che lavorano al servizio delle Cure Domiciliari del territorio o che vi hanno già avuto esperienza.

Inoltre, l’altro aspetto fondamentale di questo progetto è che l’infermiere potrà, in caso di necessità dovute a condizioni di maggiore comorbilità dei pazienti, svolgere la propria attività di assistenza direttamente presso il domicilio dell’assistito, a supporto non solo del paziente ma anche dei familiari o care-giver che si occupano della sua assistenza. Il fatto di poter usufruire delle cure all’interno delle proprie mura domestiche, rappresenta per i pazienti più fragili un grande valore aggiunto, che avvicina il modello sanitario ad una visione sempre più di prossimità, di centralità della persona e di personalizzazione delle cure.

“Si tratta di un servizio molto importante che va ad impreziosire la rete delle cure primarie del nostro territorio – ha dichiarato soddisfatta il commissario straordinario dell’AST 1 Dr.ssa Maria Capalbo – crediamo fortemente nel valore e nell’efficacia del progetto e speriamo di poterlo presto replicare in tante altre zone della nostra Provincia. L’inserimento di questa nuova figura riuscirà a garantire ancor più risposte adeguate, tempestive ed appropriate ai bisogni del nostro territorio, in cui vivono molte persone anziane e che necessitano di essere prese in carico nella loro totalità, comprese le famiglie che se ne fanno carico. Ringrazio tutti gli attori che hanno reso possibile il raggiungimento di questo importante traguardo”.

Soddisfazione anche nelle parole dell’Assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, che ha commentato l’avvio del progetto: “è interesse e obiettivo primario della nostra Regione promuovere nuovi modelli assistenziali che si avvicinino sempre più ai reali bisogni della comunità, nell’ottica di garantire continuità delle cure e integrazione socio sanitaria. Questo modello rappresenta un vero punto di forza all’interno della riforma in atto del sistema sanitario regionale, è un servizio di prossimità che mette al centro la persona e la sua salute e sono certo che avrà ricadute positive sull’intera comunità”.

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