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Teatro, ecco il calendario degli spettacoli in provincia per il mese di maggio

logo AMATL’AMAT ha reso noto martedì 16 aprile il calendario teatrale relativo al mese di maggio 2013. Ricordando che le stagioni teatrali sono promosse in collaborazione con i Comuni di riferimento, la Regione Marche e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, di seguito potrete trovare gli spettacoli relativi a Urbino e Pesaro.


PESARO | 4 maggio
Libreria Il Catalogo
YVES LEBRETON
SORGENTI. NASCITA DEL TEATRO CORPOREO
presentazione del volume edito da Titivillus 2012

Dal 1969 Yves Lebreton si dedica alla creazione di un teatro corporeo, centrato sulla presenza fisica dell’attore. In totale rottura con la tradizione del teatro letterario, rivendica un teatro d’azione, di movimento e d’immagine dove l’attore è allo stesso tempo l’autore e l’interprete. In questo volume Lebreton ci invita a cogliere le “sorgenti” ispiratrici della sua ricerca artistica.

Nel testo Sorgenti, che è allo stesso tempo autobiografia e saggio, Yves Lebreton ci invita a cogliere le “sorgenti” ispiratrici della sua ricerca artistica. Traccia le tappe del suo impegno sulla via elitaria del Teatro Astratto il cui assolutismo lo spingerà ad intraprendere la propria “desacralizzazione” tramite la sovversione del comico e il teatro popolare. Sorprendentemente per un artista del silenzio, il suo studio della voce incentrato su i ritmi respiratori e il significato originario dei fonemi, lo conduce ai confini del linguaggio primario. Ma soprattutto, la sua inesauribile necessità di discernere al di là dell’attore “l’uomo nella sua essenza”, gli permette di svelare le “energie” viventi dell’espressione umana. Le sue tecniche del “Corpo Energetico” e del “Corpo Vocale” in simbiosi con i quattro Elementi, i regni della natura, il cromatismo dei colori e dei suoni, costituiscono l’ossatura di una metodologia totalmente inedita per l’attore dove non si tratta più di acquisire un sapere, ma di scoprire le potenzialità dell’Essere che sono le fondamenta di ogni individualità.

Nessun testo, nessuna regia, nessuna scenografia può sostituire la presenza fisica dell’attore senza di conseguenza annientare i fondamenti dell’arte teatrale. Il teatro non è un’appendice della letteratura, ne un collage o una sintesi delle arti nella prospettiva di una opera totale ma l’istante unico di un incontro tra un pubblico venuto a vedere e attori che si offrono alla vista. Offrire alla vista non la rappresentazione, il ri-presentato, ma il vivente, il pensiero attraverso il pensare. Offrire alla vista ciò che non si può ascoltare: la presenza interiore che vitalizza l’agire come il parlare nel crogiolo del corpo. Il vissuto del corpo crea la verità della parola. Il corpo è l’essenza del teatro. Yves Lebreton

URBINO | 5 maggio
Museo della Città
COMPAGNIA BAKU
HO PAURA DEL VENTO
di e con Lucia Palozzi
prima ideazione di uno spettacolo per il Museo della Città

Gruppo Baku fa parte di
Matilde. Piattaforma regionale della nuova scena marchigiana promossa da Regione Marche e AMAT

Il Museo della Città ha inciso sulla cornice del cortile interno un verso di Paolo Volponi: “Sappiate che ho paura di volare, di essere chiuso tra questa gente adulta. Ho paura del vento che non sceglie”.
Da qui prende il titolo lo spettacolo, che avrà luogo proprio nel cortile interno del Museo: i piccoli spettatori ritroveranno le parole del titolo incise sulla pietra, come una scenografia naturale che li comprende, in un richiamarsi e trasformarsi dei segni. Il tema dello spettacolo sarà il rapporto tra la città ideale e la città reale.
Urbino e la città rinascimentale saranno l’ispirazione per un racconto che nei modi, negli ambienti e nei personaggi è agito in ogni tempo e in ogni luogo. Come Marco Polo e Kublai Kan ne Le città invisibili, testo ispiratore dello spettacolo (e di parte del Museo), due esseri dialogano: uno progetta e costruisce, tutto intento a comprendere, ideare, trovare soluzioni; l’altro osserva e racconta, volto a destrutturare, svelare l’ambiguità, seminare dubbi e domande. Da un lato immagineremo la città perfetta, dove è stato previsto tutto e tutto è sotto controllo. Dall’altro racconteremo delle mille città che esistono dietro quella ideale, dove ogni cosa è imperfetta, mutevole, caduca, dove è impossibile rintracciare un autore o un principio ideatore perché chiunque le viva o anche solo ci passi ne definisce i tratti, vi lascia dei segni, contribuisce in definitiva alla loro esistenza. Le costruzioni del primo personaggio saranno più o meno reali dei racconti del secondo?
A quale realtà sarà più facile credere? Gli esseri umani hanno bisogno di dare un nome alle cose, e attraverso i nomi costruire la loro realtà; hanno poi la capacità di creare prima con la mente ciò che vogliono realizzare nel mondo; questo può farli sentire come esseri divini, onnipotenti. D’altro canto, l’uomo percepisce che c’è un Ordine più grande di lui, delle forze che non governa e non può controllare, a cui può arrendersi, o di cui può aver paura. Forse il mondo adulto si è dimenticato come si fa, a lasciarsi portare dal vento. Forse i bambini sono un po’ disorientati da tanto dirigere, resistere, organizzare. Se questo mondo programmato fosse solo un mondo spaventato, che ha paura di volare, di cadere, delle infinite possibilità che si nascondono dietro ogni scelta? Se dietro si nascondesse la paura di essere spazzati via da un soffio di vento? Ci vuole coraggio ad arrendersi al vento, e speranza, e fiducia nel mondo. Ci vuole ascolto, e senso del ritmo.
Di questo, e d’altro, racconterà Ho paura del vento.

PESARO | 10 maggio
Teatro Rossini
COMPAGNIA ENZO COSIMI
CALORE
regia, coreografia, scena, costumi Enzo Cosimi
[nell’ambito del Progetto Ric.ci]

Primo lavoro coreografico di Enzo Cosimi, Calore ha debuttato a Roma nel 1982 con il suo ensemble dell’epoca Gruppo Occhèsc. Il pezzo impostato su un’energia vigorosa e ritmi serratissimi, era nato per interpreti non-danzatori pur riconoscendosi in pieno in una scrittura di danza. Cosimi scriveva «la realtà è devastata da gelide atmosfere, pensiamo di voler “annusare” una nuova aria, un nuovo vento in cui l’energia, nel suo ritornare al nulla senza illusione, abbia come qualità un senso di profonda serenità, di caldo, di calma relativa». La sua ricostruzione nel 2012 ha stupito per la sua forza prorompente e attualissima, confermandosi come un viaggio visionario destinato a restare nella memoria di ogni spettatore.

Giuseppe Bartolucci, teorico del nuovo teatro mai dimenticato, scriveva sullo spettacolo: «qui la ginnastica e la danza si fanno avanti e vengono corrose, il sudore è accettato come passaggio, la fisicità è fatta pervadere di accensioni a catena e senza fine, la risorsa del riposo e dell’intervallo non viene accettata di principio».

URBINO | 16 maggio
Teatro Sanzio/Data/Orto dell’Abbondanza dalle ore 18,00
REMARCHEBLE DAY #1
Teatro, danza, musica, arte e… tu per sorprendenti avventure in luoghi di storia
[nell’ambito del progetto REmarcheBLE!]

Momento centrale del progetto regionale REmarcheBLE! Sorprendenti avventure in luoghi di storia, REmarcheBLE! Day #1 è il primo appuntamento che unisce artisti, musicisti e pubblico in una serata in cui il Teatro Sanzio e l’Orto dell’Abbondanza diventano degli speciali “salotti” immersi nelle arti contemporanee. Un microfestival che si va costruendo attraverso un percorso pregresso di scouting di artisti e pubblico appassionato del territorio; un’occasione particolare per mettersi in gioco, vivere l’arte performativa e visiva in due luoghi culturali da riscoprire e guardare da altre prospettive.

Un curioso titolo – che gioca sull’inclusione della regione Marche nell’aggettivo inglese ‘remarkable’, eccezionale, sorprendente – per un progetto, REmarcheBLE!, curato da AMAT – che si avvale del cofinanziamento della Regione Marche Assessorato alle Politiche Giovanili e del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale – realizzato in collaborazione con il gruppo Baku, lo Studio Mjras e i Comuni di Ascoli Piceno, Fabriano, Fermo, Macerata, Recanati, San Benedetto del Tronto, Sant’Elpidio a Mare, Urbino, Urbisaglia e la Fondazione Pergolesi Spontini. Obiettivo del progetto, che si sviluppa durante tutto il 2013 e vuole scoprire e promuovere un nuovo modo di fruire gli spazi culturali della regione, è riportare al centro della vita culturale regionale e dei suoi luoghi simbolo, l’arte performativa e visiva frutto di una sensibilità tutta contemporanea. REmarcheBLE! vuole conoscere i giovani che interpretano la contemporaneità attraverso le arti, farsi strumento di lettura dell’esistenza, rianimare i luoghi della cultura, favorendo il dialogo con il pubblico. Spesso si dimentica che ciò che oggi trattiamo come classico – Raffaello o Leopardi – è stato ‘contemporaneo ai propri contemporanei’, che ne hanno consentito la nascita, gli sviluppi e – solo a posteriori – la conservazione.
In ogni provincia gli artisti performativi e visivi sono invitati a presentare proposte di spettacolo o installazioni mentre il pubblico viene coinvolto nella riflessione sull’arte dello spettatore attraverso incontri e world cafè. Le cinque province si trasformano così in motori di ricerca per nuovo pubblico e nuovi giovani protagonisti della scena e dell’arte. Individuati i protagonisti, tra palcoscenico e platea, si organizzeranno delle gite sociali alla scoperta dei contenitori culturali coinvolti che – nel culmine della realizzazione del progetto – ospiteranno due sessioni di REmarcheBLE! Days: microfestival in cui presentare i lavori di performer e artisti visivi, ma anche laboratori di ricerca, incontri di approfondimento, piccole mostre ed altre iniziative. Ciascuna provincia vedrà i propri luoghi ‘abitati’ ma soprattutto ‘ri-conosciuti’, poiché le proposte e i contenuti dei REmarcheBLE! Days si costruiranno a partire da una conoscenza approfondita delle storie, delle caratteristiche architettoniche e delle potenzialità degli stessi.
Al centro del progetto giovani marchigiani tra i 18 e 35 anni: performer e spettatori neofiti, artisti visivi e pubblico appassionato; il popolo di REmarcheBLE! è ancora tutto da conoscere e scoprire. A tale scopo è stato stilato un calendario di incontri volti alla scoperta e alla conoscenza di giovani artisti emergenti e spettatori appassionati, chiamati a essere non solo fruitori ma anche coprotagonisti dell’ideazione e della programmazione dei REmarcheBLE! Days.

PESARO | 23 maggio
Teatro Sperimentale
LUCIA CALAMARO, DARIA DEFLORIAN, FEDERICA SANTORO, DANIELA PIPERNO
L’ORIGINE DEL MONDO
uno spettacolo scritto e diretto da Lucia Calamaro
[Premio Ubu 2012 – Nuovo testo italiano o ricerca drammaturgica a Lucia Calamaro/Miglior attrice a Daria Deflorian/ – Miglior Attrice non protagonista ex aequo a Federica Santoro]

Spettacolo rivelazione che conduce in un mondo fatto di elucubrazioni e quotidiano: una famiglia che ha l’abitudine di scandagliare il reale mentre mangia, chiacchiera, si veste. Una casalinghitudine filosofica che sbatte contro la propria comicità grazie e una lingua teatrale e avvolgente. L’interno ritratto è la casa, dove vivono una madre e una figlia, arrivano altri personaggi della costellazione familiare, dove interviene programmaticamente la figura di una psicanalista, dove gli elettrodomestici sono simili a ingombranti, monumentali divinità. Ma quell’interno è ancora di più un universo interiore umano così rovistato, malmesso e storto che riesce di nuovo a essere solo grazie alla reinvenzione di un suo racconto.

C’è qualcosa di incontenibile, di genialmente abnorme nella scrittura di questa autrice, dotata di una personalità per vari aspetti unica nel teatro italiano, che riesce a rendere in qualche modo assoluti anche i dettagli più insignificanti della minuta quotidianità dei personaggi.
Come si può definire il ciclo di quattro testi raccolti insieme ne L’origine del mondo? Un grande affresco sul tormento dei rapporti famigliari, in particolare sul travagliato, soffocante legame madre-figlia? La rappresentazione – anche ironica, a tratti buffa – di un’impari lotta per sfuggire alla depressione? Un’acre riflessione sull’impotenza della psicanalisi? Lo spettacolo è un po’ tutto questo, ma è soprattutto una lancinante discesa nel dolore, un dolore senza nome, senza fine, senza una causa apparente che lo motivi.
[Renato Palazzi, “Il Sole 24 Ore”]

URBINO | 31 maggio
Aula della Scuola di Scenografia
SCUOLA DI SCENOGRAFIA DELL’ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI URBINO
SENZA FINE

Un testo operistico seicentesco incontra un saggio dei nostri giorni di Jean Baudrillard: ne viene fuori Senza fine, uno spettacolo della Scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Urbino. L’intimidazione religiosa e la minaccia dell’inferno, presenti nel libretto Il ballo delle ingrate musicato da Claudio Monteverdi del 1608, si mescolano al linguaggio profetico, infuriato e indignato di Baudrillard e del suo testo Lo scambio impossibile. In Senza fine i due lavori deflagrano, suggerendo un sistema in cui la distinzione di causa e fine, di giusto e sbagliato collassano, facendo diventare il mondo enigmatico. L’incertezza diventa qui la regola del gioco e l’ironia l’ultimo bagliore prima dell’estinzione.

«Il ballo delle ingrate e Lo scambio impossibile sono stati centrifugati insieme in un ballo impossibile e in uno scambio di ingratitudini. Per costruire Senza fine si è attinto e spinto, si è trasfigurato e mortificato. Il ballo delle ingrate, libretto musicato da Claudio Monteverdi del 1608, è un microcosmo di inumanità in cui compaiono solamente esseri ultraterreni, in cui la crudeltà divina raggiunge una brillantezza squisita impossibile agli uomini, (se non consideriamo che quel dio è un prodotto dell’uomo). Il testo è in linguaggio operistico seicentesco, bisognoso di parafrasi e soggetto a incomprensioni, pieno di metafore e di allusioni. Oggi l’intimidazione religiosa e la minaccia di un inferno in cui essere dannati per sempre hanno poca presa su di un pubblico di quattro secoli dopo. E l’espediente di rivolgersi direttamente ad esso puntando il dito risulta debole perché le persone sono abituate a sentirsi rivolgere apertamente la parola dalla comunicazione, sia dal palco di un teatro o dalla quotidiana televisione. Non fa presa neppure l’effetto speciale dell’apparizione agli occhi mortali delle anime tormentate che patiscono il perpetuo inferno. Eppur qualcosa c’è. Come oliare il meccanismo? Lo spettacolo non vuol essere un monito, non è una festa danzante, non è un lamento… Cos’è? Non era nelle intenzioni mettere Lo scambio impossibile in comunione con un testo teatrale ben composto e chiuso come Il ballo delle ingrate, ma è stato senz’altro utile servirmi degli strumenti che mette a disposizione. Lo scambio impossibile è un saggio di Jean Baudrillard del 2012; un linguaggio impegnativo da profeta infuriato e indignato col mondo e con l’ignoranza molto umana degli uomini è servito per entrare negli argomenti in modo un pochino più magmatico e meno filosofico. Baudrillard argomenta di come qualsiasi sistema abbia la necessità di costruirsi una serie di convenzioni e di principi per mantenere l’equilibrio. Quel sistema definisce la distinzione di causa e fine, di giusto e sbagliato, semplicemente di vero e non vero. Di reale. Finché queste opposizioni funzionano assicurano la stabilità al sistema ma se la reazione bipolare smette di funzionare il sistema collassa, e vengono a mancare per l’uomo gli strumenti per riconoscere e circoscrivere ciò che gli accade e la realtà in cui è inserito. Di certo il mondo diventa totalmente enigmatico. In questo stato di cose l’illusione e il dubbio sono nella trama di ogni pensiero, e l’irruzione in ogni campo dell’incertezza, dell’incapacità di determinare, non è una fatalità dalla quale fuggire. Purché l’incertezza diventi essa stessa la regola del gioco. Ivi, perché persistere in questa tentazione mortale della definizione e dell’identità? Il paradosso è alle porte. È dell’impossibilità di morire che l’autore parla. È interessante che Baudrillard suggerisca che l’ironia, la parodia, siano gli ultimi bagliori che la realtà ci mandi prima di estinguersi». Francesco Calcagnini

Informazioni:
071 2072439
www.amat.marche.it

Redazione Pesaro Notizie
Pubblicato Martedì 16 aprile, 2013 
alle ore 16:22
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