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Allarme sindacati Pesaro Urbino: in provincia persi oltre 6000 posti di lavoro nel manifatturiero

Lavoro, disoccupazioneE’ un appello accorato e preoccupato quello che rivolgiamo a tutti gli attori sociali e istituzionali del territorio provinciale e alla Regione Marche: non c’è più tempo da perdere, occorre agire immediatamente per fronteggiare l’emergenza lavoro e le sue drammatiche ricadute sociali e individuare strategie comuni per un nuovo modello di sviluppo della provincia di PesaroUrbino.


L’emergenza economica e sociale: sono dati che puntualmente denunciamo, ma vogliamo elencare quelli più drammatici e significativi, che caratterizzano e distinguono negativamente la nostra provincia anche rispetto al resto del territorio marchigiano, comunque in forte ed evidente difficoltà, come del resto CGIL CISL UIL delle Marche da tempo denunciano:

Disoccupazione: sono oltre 14.000 al 31/12/2012 i disoccupati, crescono del 54% in un solo anno, rispetto ad una media marchigiana del 39,7% e italiana del 30,2%. La disoccupazione femminile cresce del 71%. Le più recenti stime Prometeia per il 2013 danno il dato in ulteriore crescita di circa il 15%, superando così abbondantemente le 15.000 unità.

Occupazione: in particolare in tutti i comparti manifatturieri l’occupazione alle dipendenze passa da circa 40.000 nel 2010 ai 34.481 nel 2013 (quasi 6000 posti di lavoro cancellati dalla crisi) con una diminuzione del 14,5% rispetto ad un dato medio marchigiano del – 9,7% e italiano del -0,5%.

– Le imprese attive al 2012 sono 36.777, erano 37.786 nel 2010, con un crollo di circa 650 in un solo anno (-1,7%) rispetto al dato marchigiano pari ad un -1,1%.

– Il valore aggiunto prodotto dall’economia provinciale dal 2007 ha perso il 6,2%, di cui circa la metà tra il 2012 ed il 2013. In particolare il dato è estremamente preoccupante per tutto il settore manifatturiero provinciale che perde il 7,6% nel 2012 e il 4,55% nel 2013, un dato nettamente superiore a quello del resto delle province marchigiane.

Redditi e consumi per abitante: i redditi e i consumi per abitante (rispettivamente 19.245 euro e 16.342 nel 2013), diminuiscono del 3,6% e dell’1,5%, un punto percentuale in più della media marchigiana (-2,6% e – 0,3%).

– I dati della CIG totali sono impressionanti: abbiamo sforato il tetto degli 11 milioni di ore di cassa integrazione nel 2013 con un incremento anno su anno del 39,2% (Marche +38,2%, Centro Italia +26% Italia +12,1%. Si pensi solo che nel 2008 le ore totali di CIG erano appena 866.000. Drammatiche le ore complessive di CIG nel Legno Mobile pari a oltre 3 milioni nel 2013, un dato in forte crescita rispetto agli altri settori. Erano appena 153.000 le ore nel 2008.

Produzione, ordinativi, Vendite ed Export: seppur con un trend negativo inferiore a quello del 2012, i dati sono comunque fortemente negativi e rispettivamente -3,3%, -3,7% e -3,5%. Il dato dell’export nel terzo trimestre 2013 segna un debolissimo + 0,3%.

Tutto ciò ci racconta di un territorio in profondissima crisi e sofferenza, di fronte al quale non c’è più tempo da perdere: facciamo appello a tutte le istituzioni locali e alle associazioni datoriali affinché:

– si convochi presto un tavolo provinciale nel quale affrontare sia le emergenze sociali sia le prospettive di sviluppo del nostro territorio.
– Si valuti la possibilità di richiedere alla Regione Marche e al Ministero dello Sviluppo economico la possibilità di applicare al nostro territorio provinciale le misure (risorse nazionali e accordi di programma) per riconoscere ai settori manifatturieri, in particolare al distretto del legno-mobile, le caratteristiche di area a crisi complessa.

– Rilanciamo anche in questa sede la nostra estrema preoccupazione per la situazione degli ammortizzatori sociali, in particolare la cassa integrazione in deroga. Manca appena un mese al termine del regime di proroga, il precedente Governo aveva proposto alle parti una bozza di decreto di riforma assolutamente inadeguato e penalizzante e a tutt’oggi nulla è dato sapere sulle coperture per l’anno in corso.
– Abbiamo presentato, già nel Piano Strategico Provincia 2020 nel 2010 e, successivamente, a livello regionale, nel maggio 2013, le nostre proposte concrete e fattibili per lo sviluppo locale. Siamo stati gli unici a sottoporre alle istituzioni locali e alle associazioni le nostre proposte. Non abbiamo visto altro, non abbiamo visto altri farsi carico di una elaborazione e di proposte concrete da sottoporre al confronto per assumersi la responsabilità di far uscire questo territorio dal dramma in cui sta sprofondando.

– Chiediamo al sistema produttivo locale di puntare su innovazione, ricerca e occupazione qualificata. Non c’è ripresa che tenga se si continua a chiudere e riaprire, quando va bene, imprese senza investire nella qualità del processo produttivo e nell’occupazione stabile. Noi siamo disponibili, lo abbiamo pubblicamente detto e proposto, a costruire un sistema di relazioni industriali che sostenga questi processi. Non vogliamo, invece, che si utilizzi la crisi per introdurre quella “flessibilità estrema” che sembra essere l’unica cosa che interessi qualche imprenditore.
– Chiediamo al sistema delle autonomie locali, al comune capoluogo in particolare, di farsi parte attiva nel mettere assieme i soggetti del territorio (comuni, associazioni sindacali, Università, CCIAA, …..) affinché si individuino gli obiettivi strategici per lo sviluppo e si concentrino lì risorse pubbliche e private, a partire dai fondi di Europa 2020. In questo senso l’assenza su questi temi nel rapporto con la Regione Marche nel nostro territorio non è più tollerabile.

– Chiediamo ai comuni della nostra provincia, a partire dai bilanci preventivi del 2014, che si rafforzino tutti gli interventi sociali, che si rifinanzino immediatamente i fondi anticrisi, a partire da quelli gestiti dalla Provincia,  che si salvaguardi la spesa per welfare e servizi educativi e si avvii, assieme agli ambiti sociali, un grande processo di innovazione e di messa a sistema del welfare locale, rendendolo più equo, più giusto, più rispondente ai bisogni delle persone. Il welfare locale è strumento indispensabile per la qualità dello sviluppo locale ed esso stesso leva per crescere. Chiediamo alla Regione di attivarsi immediatamente per garantire l’operatività e la continuità dei servizi all’impiego e alla formazione, che rischiano di precipitare nel caos della riforma delle province, investendo e qualificando i servizi, stabilizzando i precari, integrando le politiche attive per il lavoro con gli interventi nel sociale, in particolare per le fasce più deboli della popolazione.

– Chiediamo a tutte le istituzioni locali ed in particolar modo a quelle preposte di rafforzare il proprio impegno sul tema della legalità, della lotta all’evasione e all’elusione fiscale, della battaglia per far sì che le infiltrazioni della criminalità organizzata, che da tempo denunciamo, non diventino anche qui quel cancro che mina alle fondamenta lo sviluppo e il benessere delle comunità locali. In particolare occorre aumentare la prevenzione e la vigilanza in materia di appalti pubblici e privati, anche aderendo a quelle buone prassi e a quell’agire in rete dei comuni che la rete di Avviso Pubblico ha già messo in campo da anni.

da
Simona Ricci – Segretaria Generale CGIL Pesaro Urbino
Claudio Bruscoli – Referente CISL Pesaro Urbino
Riccardo Morbidelli – Segretario Provinciale UIL

Redazione Pesaro Notizie
Pubblicato Venerdì 25 aprile, 2014 
alle ore 5:20
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Commenti
Solo un commento
flavia 2014-12-05 09:36:31
E' molto preoccupante....Ci sono dati allarmanti, abbiamo raggiunto per la disoccupazione un record storico
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