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Annesdoor: ‘Obama un esempio per l’Italia’

Negli stati Uniti vi sono innumerevoli problemi e la povertà è un male che la società non è stata ancora in grado di eliminare. Vi è però da dire che se una persona si trova senza un tetto sulla testa, può contare su ricoveri, assistenza sociale, aiuti al reinserimento.




In cambio, le Istituzioni chiedono alla persona sostenuta di impegnarsi per integrarsi nella comunità che lo ospita. Quando non sono disponibili ricoveri, le autorità attuano immediatamente piani di tolleranza, agevolando l’opera delle organizzazioni umanitarie. Non esistono distinzioni riguardo ai diritti dei poveri, in base alla loro razza o etnia.

 Il fatto che oggi Obama si sia impegnato personalmente per imbiancare un ricovero per giovani senzatetto, maneggiando pennelli e vernice, è significativo della progettualità sociale che esiste nella società americana. In Italia, al contrario, i servizi sociali hanno perso qualsiasi significato di sostegno alle fasce deboli della popolazione e si sono trasformati in strutture inutili, incapaci di aiutare i disagiati, scollate dalla realtà delle strade, spesso dedite a un iniquo collaborazionismo con le autorità nel vessare le minoranze etniche e le persone indigenti.

Se esclcudiamo la solita Sardegna e qualche singolo assistente sociale che non accetta la logica razzista e xenofoba, possiamo affermare senza dubbio che i milioni di euro annui investiti dallo Stato italiano nei servizi sociali è sprecato e che probabilmente la stessa somma sarebbe sufficiente a sanare in breve gran parte dei deficit di struttura, risorse e organizzazione che pone i poveri, i migranti e i Rom nell’atroce condizione attuale.

Se poi si aggiunge che i ricoveri privati e religiosi accolgono i senzatetto solo per periodi limitati, da 3 a 40 giorni, obbligandoli a un nomadismo crudele, a cui sono sacrificate ogni anno decine di vite umane e a cui è dovuto il drammatico abbassamento della speranza media di vita di chi non ha un tetto, risulta chiaro che l’emergenza umanitaria è ancora più grave e urgente. Che cosa fare? ci chiedono molti attivisti e cittadini che non accettano questa vessazione delle minoranze vulnerabili.

Bisogna aiutare con ogni mezzo i nostri fratelli in difficoltà, mettendo a loro disposizione strutture abitative non utilizzate, giardini e terreni per tende e ricoveri di fortuna, ma soprattutto si devono mettere i servizi sociali e le Istituzioni di fronte alle loro responsabilità, incessantemente, senza paura, cercando di divulgare ogni evento discriminatorio o persecutorio sulla stampa, su internet, all’estero.

La Costituzione italiana, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e le carte che tutelano individui e popoli al di là della loro razza o condizione sociale parlano chiaro: chi è povero ed escluso ha diritto all’assistenza, a un riparo, a un programma di inserimento. Le famiglie hanno il diritto di restare unite in condizioni di sicurezza.

Fame e freddo vanno combattute con il sostegno socio-sanitario, non con la brutalità degli allontanamenti. E i bambini hanno il diritto di vivere in condizioni dignitose, con i loro cari: condizioni di cui si devono far carico, fino al momento dell’emancipazione, le stesse Istituzioni.

 Tutto il resto e le scuse che lo giustificano sono crimini contro l’umanità.

Da Roberto Malini
www.annesdoor.com
 
 

Redazione Pesaro Notizie
Pubblicato Lunedì 19 gennaio, 2009 
alle ore 19:49
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