Pesaro: i sindacati insorgono contro la Biesse, è sciopero
Fiom, Fim e Uilm chiedono la riapertura della trattativa

Dopo la clamorosa rottura delle trattative sul rinnovo del contratto integrativo da parte dell’azienda Biesse, i sindacati Fiom, Fim e Uilm, comunicano le prime decisioni dopo aver informato e consultato i lavoratori sulle azioni da svolgere per riavviare la trattativa.In primo luogo si conferma lo stato di agitazione al quale si aggiunge il blocco degli straordinari e l’annullamento dello spostamento delle ferie come richiesto dall’azienda. Fiom Fim e Uilm inoltre hanno proclamato due ore di sciopero per lunedì 28 luglio, dalle 7 alle 9, con un presidio di fronte ai cancelli della fabbrica.
I sindacati chiedono con forza lariapertura immediata della trattativa: “Quanto avvenuto alla Biesse – dichiarano Fiom Fim e Uilm – è grave poiché da parte nostra c’è sempre stata la volontà di trovare un accordo proprio come quando l’azienda, in difficoltà, ha chiesto sacrifici ai lavoratori. Oggi l’azienda e in attivo per cui la decisione di abbandonare il tavolo ci sembra inaccettabile. Le nostre controproposte non erano esagerate come dichiarato dalla Biesse. Sul nodo della flessibilità, la nostra proposta di 67 ore ricalcolate su 12 mesi rispetto alle 101 richieste dall’azienda su 18 mesi, erano solo il frutto di un ricalcolo che rientra nella legittima richiesta dei lavoratori di diminuire le ore di flessibilità“.
La Biesse è una delle più grandi imprese marchigiane per la produzione di macchine per la lavorazione del legno , del vetro e della pietra, che attraverso lo stabilimento centrale e la Hsd srl e Viet Italia (di proprietà del gruppo) impiega oltre 1500 dipendenti solo nella provincia di Pesaro Urbino. “Queste iniziative – affermano Fiom Fim e Uilm – sono gli unici strumenti per tentare di riaprire una trattativa che aveva visto da parte nostra richieste legittime e dignitose dopo 4 anni di mancati aumenti salariali e di dimezzamento del premio 2013 accettato e pagato dai lavoratori per sostenere la difficoltà finanziaria di quel periodo, dell’azienda. Oggi le condizioni sono diverse, sono migliorate e le nostre richieste certamente non erano finalizzate a mettere in difficoltà la Biesse che, ripetiamo, attualmente è in decisa ripresa. Accettare quelle condizioni sulla flessibilità alla quale Biesse ha legato il destino dell’intero contratto integrativo aziendale per noi significa non rispettareil mandato dei lavoratori. Tant’è che, ricordiamo, almeno sulla parte normativa eravamo ad un buon punto di negoziazione “.
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