Fano, chiusura della tre giorni sul tema “Donne: diritti violati, diritti da conquistare”
Si è conclusa domenica 7 marzo la tre giorni dedicata alla Conferenza internazionale “Donne: diritti violati, diritti da conquistare” promossa dalla Presidente dell’Associazione Oasi dell’Accoglienza ONLUS, Maria Chiera in collaborazione con l’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Fano e il Circolo Didattico Sant’Orso di Fano, con il sostegno del Centro Servizi per il Volontariato, e con il patrocinio della Regione Marche, della Provincia di Pesaro Urbino e del Comune di Fano.
Tre giorni intensi che hanno visto alternarsi sul tavolo dei relatori donne provenienti da 23 paesi diversi che hanno raccontato la loro quotidiana lotta in favore della conquista dei diritti da parte delle donne. A coordinare gli interventi, un’attenta e professionale Anna Rita Ioni che non ha celato la sua commozione e che ha, giustamente, sottolineato l’importanza di non perdere lungo il cammino gli elementi caratterizzanti la femminilità in favore di un approccio “maschile” alla vita, ai rapporti con gli altri, al potere.
Storie crude di violenza subita raccontate, però, senza rabbia ma con speranza, come ha ben evidenziato Anna Rita Ioni. Ogni donna presente è intervenuta con la precisa volontà di essere la voce per tutte le donne invisibili. Si è percepito il coraggio delle donne che nonostante difficoltà economiche, violenze psicologiche e fisiche lottano per la conquista dei loro diritti. Importanti testimonianze di speranza, di progetti in itinere come a Capoverde, in Nigeria, in Argentina, in Israele, dove esistono progetti concreti di applicazione del diritto e di riscatto delle donne; progetti che passano attraverso l’istruzione, il micro-credito, la creazione di opportunità economiche sociali.
Per l’Assessore Cucuzza è necessario che questo non sia solo un momento di incontro ma l’inizio di un percorso da protrarre nel tempo affinché si crei un effetto a catena per interrompere questa sequela infinita di violazioni. Sono ancora troppe e inaccettabili le contraddizioni: la donna è la protettrice della casa ma a volte non ha una casa o, peggio, la stessa abitazione diventa una prigione, il luogo della violenza; la donna è anche madre ma spesso la sua maternità non viene tutelata dal punto di vista sanitario e anche dal punto di vista legale; la donna è spirito e cervello ma le viene negato di esprimere le proprie aspirazioni, i propri desideri. Il diritto e i diritti delle donne ad essere donne e ad esprimere le proprie posizioni non devono essere separati dal quotidiano; il diritto deve avere il suo fulcro nel quotidiano e nel locale.
A livello internazionale, ormai, si parla solo di numeri, non si parla più di individui. Le percentuali creano gli invisibili che non hanno un volto e sono solo degli indicatori del potere.
Dobbiamo parlare di “diritto dal basso“, non solo nel senso di recepire le istanze sollevate dalle donne nel mondo ma è necessario intervenire in primo luogo dentro le famiglie dove si contano le maggiori vittime e dove si consumano il maggior numero di violenze. Questo sarà possibile solo se le istituzioni saranno in grado di far rispettare i numerosi trattati internazionali e le leggi a tutela della donne in modo che le donne possano denunciare senza paura le violenze subite.
Per procedere nel cammino verso la conquista dei diritti, è necessario passare
attraverso un’operazione capillare di istruzione delle donne; l’alfabetizzazione consentirà alle donne di affrancarsi dai retaggi culturali basati sulla violenza, garantirà loro un bagaglio di informazioni e conoscenze utili per migliorare la propria situazione. Nei paesi cosiddetti civilizzati è necessario educare le donne e gli uomini al rispetto delle donne, del loro corpo; non è più possibile accettare la mercificazione a cui assistiamo giornalmente.
Il documento scaturito da questa conferenza – che verrà proposto alle Nazioni Unite – recepirà le proposte delle donne che sono intervenute in questi tre giorni. In particolare questo documento sarà il risultato di una sintesi individuando dei minimi comuni denominatori del diritto, che sia attento alla diversità per diversificarsi. In particolare questo documento farà propri i principi del diritto all’istruzione, del diritto al credito, del diritto alla partecipazione politica, del diritto ad avere leggi che siano realmente rispettate.
L’Assessore ha voluto ringraziare Maria Chiera – cuore e anima di questa iniziativa, senza la quale questa conferenza non si sarebbe potuta realizzare – per aver dato a tutti la possibilità di ascoltare queste donne-amiche, permettendo una riflessione più attenta su temi conosciuti ma poco compresi. La cosa più importante è che le istituzioni più importanti intervengano concretamente; oggi è stato gettato un seme e da oggi inizia il lavoro duro per concretizzare quello che è scaturito dalla conferenza e per non rendere inutile il sacrificio di tante donne.
dalla Segreteria Assessorato alle Pari Opportunità
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