Pressione fiscale insostenibile: le associazioni chiedono maggiore attenzione per le imprese
Le associazioni che fanno parte del Coordinamento PMI di Fano Confesercenti, Confcommercio, Confartigianato, C.N.A., Artigianato A.L.I. -C.L.A.A.I, Casartigiani – Artigianato Metaurense ritengono di dover sollevare tre problematiche urgenti, che riguardano da vicino il futuro delle imprese locali.
La prima riguarda l’imposta sulla pubblicità che l’Amministrazione ha raddoppiato nelle maggiori zone commerciali con una semplice delibera del Consiglio Comunale votata da maggioranza e opposizione. Un aumento che il Coordinamento giudica inaccettabile anche in considerazione della attuali difficoltà delle aziende sempre più strette tra la morsa della crisi e quella di tasse e imposte.
In cifre, basta portare l’esempio di un’impresa con due negozi di medie dimensioni, che, per l’insegna e le vetrofanie, paga oggi 7.200 euro l’anno, rispetto ai 3.600 euro del passato. Per di più, la decisione di imporre questo aumento dell’imposta pubblicitaria è stata presa dal Comune senza avviare una consultazione preventiva con il Coordinamento delle PMI, che rivendica su questi temi, il proprio ruolo e una maggiore concertazione.
Il medesimo allarme riguarda anche la Tariffa di Igiene Ambientale (TIA), sulla quale, nel corso di una precedente riunione della Consulta Economica, le associazioni avevano chiesto al Comune di soprassedere, almeno per l’anno in corso, considerata la pesante crisi generale, per poi apprendere, invece, dalla stampa locale dell’avvenuto aumento.
Il Coordinamento delle PMI sottolinea, infine, che a Fano l’Ici per usi non abitativi è già al massimo. Se a questo si aggiungono gli aumenti già registrati dagli altri costi fissi, luce, acqua e gas, si capisce che il quadro complessivo dell’attuale pressione fiscale sulle pmi risulti insostenibile.
A fronte di una situazione così pesante, il Coordinamento registra un atteggiamento di indifferenza e di scarsa collaborazione da parte dell’Amministrazione Comunale rispetto alle problematiche che stanno vivendo le nostre imprese, alcune delle quali hanno dovuto cessare l’attività, altre sono state costrette a mettere in cassa integrazione i propri dipendenti e tutte, comunque, stanno riducendo, quando non annullando, i guadagni, pur di rimanere sul mercato.
Le associazioni denunciano indifferenza perché non sono mai state chiamate a discutere questi problemi che pure riguardano da vicino gli operatori e, nel momento in cui li sollevano, sono tacciate di essere corporative e di portare avanti interessi di parte.
Per questi motivi, il Coordinamento ha deciso di tenere alto il livello di guardia rispetto a questi temi e di ribadire con forza la propria posizione nei confronti dell’Amministrazione Comunale in maniera unitaria e condivisa, ogni volta che se ne presenterà l’occasione. Le associazioni hanno anche stabilito di incontrarsi nuovamente il 26 aprile prossimo alla presenza dei rispettivi presidenti, per affrontare il tema ancora aperto e quanto mai sentito dagli operatori locali, dell’ex zuccherificio.
dalla Confcommercio di Pesaro e Urbino
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