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Apre il 21 maggio la prima personale dell’artista pesarese Giacomo Podestà

Uno dei lavori in esposizioneGiacomo Podestà  vive e lavora nella provincia di Pesaro e Urbino. Vincitore della prima edizione del Concorso Arteprogetto indetto nel 2009 dal Comune di Fossombrone, è qui alla sua prima personale come artista. Di formazione accademica, Podestà nasce come artista in un ambito molto particolare, quello della cultura pop post-modernista. La sua poetica è  ottimamente descritta  in questi passaggi dello splendido saggio di Elisa Caldarola che accompagna, in veste di testo critico, la mostra di Podestà.

 

Le opere in mostra (…) stanno between the sacred and the fable, fra l’immagine sacra, soggetto di adorazione popolare e la fabula del racconto (sia esso una fiaba tradizionale o un prodotto della cultura pop contemporanea). Questo perché da una parte i soggetti rappresentati sono icone della cultura pop e popolare e dall’altra la loro iconografia ricalca quella delle immagini sacre popolarizzate dalla silografia. Questi soggetti, infatti, sono ritratti come se fossero Madonne piangenti, immagini da santini – e in particolare, nel caso dello Spaventapasseri in A Scarecrow Patiens, come l’Ecce Homo di Antonello da Messina.

Anche la scelta di un’iconografia tipica delle silografie che rappresentano opere sacre e che hanno trovato grande diffusione in passato, dunque, contribuisce a instaurare un’analogia fra arte silografica e fiaba, illustrazione e cinema, un’analogia basata sulla comune ampia diffusione e popolarizzazione di queste arti. Le opere di Podestà, quindi, riflettono su aspetti comuni condivisi da altre opere d’arte.

(…)Le opere ispirate a Cappuccetto Rosso poi, sono ritratti di personaggi a cui è già stato dato un volto da altri artisti; Podestà mostra di essere consapevole dell’esistenza di questo volto, lo assorbe nella propria opera. Abbiamo allora una situazione in cui, se Podestà rappresenta i personaggi di Cappuccetto Rosso, possiamo dire che egli lo fa solo in forma mediata, perché si costringe a passare attraverso la rappresentazione visiva che di questi personaggi è già stata data da qualcun altro.
 
Cappuccetto Rosso e Dorothy sono soggetti che questi disegni non ci presentano direttamente. (…) Per questo motivo ritengo che si possa sostenere che il tema comune a queste opere è l’attività stessa del rappresentare, concepita come la creazione di un oggetto che sta al posto di qualcosa che non c’è e che mira a renderlo presente.

da Lo scrittoio

Redazione Pesaro Notizie
Pubblicato Mercoledì 19 maggio, 2010 
alle ore 21:51
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