Appello alla Provincia: limiti al fotovoltaico su terreni agricoli
Facendo seguito alla lettera inviata a luglio, torniamo a sollecitare provvedimenti volti a regolamentare l’installazione di impianti fotovoltaici in aree rurali classificate dallo strumento urbanistico come “zone E- Agricole”.
La necessità di tutelare la bellezza unica e irripetibile del paesaggio provinciale, di sviluppare le produzioni agricole tipiche e biologiche, di promuovere l’agri-turismo e la gastronomia legata alle produzioni locali, sono motivi più che sufficienti per giustificare l’introduzione di vincoli dimensionali (per potenza installata) e geografici agli impianti su terreni agricoli. Numerosi comuni della provincia, associazioni agricole, privati cittadini, oltre alle scriventi associazioni, si sono già espressi in tal senso.
Ora che la Conferenza Stato-Regioni-Enti locali ha approvato le Linee Guida per le fonti rinnovabili ed anche la Regione Marche ha ridotto la soglia sopra la quale è obbligatoria la Verifica di Assoggettabilità alla procedura di V.I.A. è più che mai urgente che anche la Provincia di Pesaro ed Urbino emani una normativa stringente in materia prima i danni al territorio siano gravi ed irreparabili (allegata delibera Assemblea Legislativa Marche).
Ci sembra molto interessante e condivisibile la forma ed i contenuti della deliberazione del consiglio della provincia di Ascoli Piceno, adottata nella seduta del 16 luglio scorso, che con una modifica al P.T.C. vieta l’installazione di impianti fotovoltaici non integrati su aree agricole di potenza nominale superiore a 50 KW (allegata delibera consiglio Provincia di A.P.).
Una normativa che ponga dei limiti alla dimensione degli impianti non pregiudica lo sviluppo delle energie rinnovabili derivanti dal sole ma evita solamente che tali impianti siano costruiti solo da grossi gruppi industriali e specialmente per fini speculativi.
D’altronde ad oggi gli uffici della Regione stimano che nelle Marche siano stati installati impianti fotovoltaici per 90 Megawatt (questo significa che è stato già triplicato il tetto previsto dal Pear per il 2015); sempre stime regionali informano che oltre l’85% di tali impianti sono stati installati in zone rurali di pregio.
Occorre quindi rendere meno appetibile l’investimento economico/finanziario per gli impianti a terra ed incentivare e agevolare quelli sulle enormi superfici delle aree produttive provinciali e regionali.
Si rinnova la richiesta di un incontro con il Presidente Ricci, l’Assessore all’Ambiente Porto ed i tecnici per approfondire i termini della questione ed avviare un tavolo tecnico anche in funzione del nuovo Programma Energetico Provinciale.
dalle Associazioni Argonauta, Lupus in Fabula, Lipu e Italia Nostra
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