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I 150 anni del “Bramante” e del “Genga” occasione per valorizzare il ruolo dell’istruzione tecnica

Un momento della tavola rotondaGli istituti tecnici rappresentano la spina dorsale del nostro Paese e delle imprese: se non ci fossero non esisterebbe il made in Italy. E’ quanto emerso nella tavola rotonda per la celebrazione dei 150 anni dell’Istituto Tecnico Commerciale ‘Bramante’ e dell’Istituto Tecnico per Geometri ‘Genga’ di Pesaro, alla quale hanno partecipato studenti, insegnanti, autorità della provincia.

“Era importante mettere in luce le grandi potenzialità dell’istruzione tecnica – ha spiegato Paolo Barchiesi, Dirigente Scolastico del Bramante -, perché consentono ai ragazzi di trovare con maggiore facilità un’occupazione al termine del ciclo di studi. Alla luce dell’ultima riforma scolastica – ha proseguito Barchiesi – le scuole tecniche dovranno essere i luoghi dell’innovazione, privilegiando lo studio tecnico ed applicativo orientato al futuro”.

Gianfranco Mariani, Dirigente Scolastico del Genga ha sottolineato come “l’istituto ritiene la sua identità sul territorio e la sua storia punti di forza, dai quali non può prescindere per ridefinire le finalità e gli obiettivi formativi alla luce del regolamento di riordino dell’istruzione tecnica”. “Il modello di sviluppo italiano basato su un sistema industriale medium e high tech – ha continuato Mariani – continuerà ad esistere nonostante la crisi, anzi ne uscirà profondamente trasformato pur restando rilevante il peso dei tecnici. Si tratta delle professioni chiave del successo italiano, che possono costituire la risposta alla grande preoccupazione sociale di questo periodo”.

In un contesto che si annuncia difficile sul fronte occupazionale, la promozione degli istituti tecnici è una risposta per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Nonostante la crisi, le imprese manifatturiere continuano a denunciare – secondo i dati di Confindustria nazionale – la carenza di 76 mila tecnici e, solo nelle Marche, sono previste nei prossimi mesi poco più di 13 mila assunzioni: per il 28,1% si tratta di figure di tecnici specializzati che non si trovano sul mercato regionale.

Cosa chiede il mondo delle imprese e delle professioni? Cosa deve fare il mondo della scuola e dell’università per sopperire a questa carenza? Diversi gli spunti emersi: a cominciare dalla “necessità di andare a vedere – anche durante il periodo scolastico – come funziona davvero un’azienda o come si lavora in un cantiere” ha puntualizzato Alberto Roscini, presidente dei costruttori pesaresi, mentre Roberto Forni (Della Rovere Spa) ritiene fondamentale anche “il fatto di entrare in una azienda (ma vale anche se si sta ancora a scuola o all’università), sentendosi a pieno titolo parte dell’azienda, un attore protagonista e non un soggetto passivo e distaccato”.

Al termine della discussione, con un format accattivante è stata rilanciata da Paolo Manocchi, coach e formatore comportamentale, la necessità di riscoprire alcuni valori fondamentali per la crescita personale e professionale dell’individuo nella scuola, nell’università e in azienda. In questo modo i giovani sono stati chiamati a riflettere su alcuni temi quali il senso di responsabilità, l’entusiasmo, l’ambizione, la passione, il sogno, il divertimento, la determinazione.

Da Confindustria di Pesaro e Urbino

Redazione Pesaro Notizie
Pubblicato Venerdì 12 novembre, 2010 
alle ore 20:26
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