Sicurezza stradale sul San Bartolo: intervento del comandante Galdenzi

La tutela dell’integrità fisica e della sicurezza delle persone (e degli stessi centauri) che quotidianamente frequentano questo meraviglioso luogo, impone di non lesinare risorse umane e tecnologiche. Dall’altra parte però, mi sento di tranquillizzare anche tutti quei motociclisti che frequentano il San Bartolo come momento di aggregazione e con lo scopo di fare un piacevole giro su di una strada che definirei, in ambito provinciale, unica nel suo genere.
Riesco a capire e ad apprezzare le emozioni che solo un veicolo a due ruote riesce a trasmettere. Ma tutto ciò, nulla ha a che fare con la pessima abitudine, ad onor del vero di una minoranza di centauri, di considerare la strada Panoramica come un luogo di sfide con se stessi e con gli altri.
Atteggiamenti quali: gareggiare in velocità per scoprire i propri o altrui limiti, inclinare la targa oltre misura oppure coprirla con un fazzoletto, togliere gli indicatori di direzione e/o gli specchi retrovisori, ovvero sostituirli con altri non omologati e tante altre modifiche (es. dispositivi silenziatore) delle caratteristiche costruttive, funzionali e di equipaggiamento dei veicoli non consentite dal codice, mal si conciliano con una sana e responsabile fruizione del motociclo.
Per queste persone, il luogo più idoneo ove poter ricercare questo genere di emozioni è sicuramente la pista e come organo di polizia stradale, in sinergia con altre istituzioni, è nostro preciso dovere tutelare tutti quei soggetti che vivono questo meraviglio luogo nel rispetto delle regole ed in armonia con l’ambiente.
dall’avv. Gianni L. M. Galdenzi
comandante della P.M.
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