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La Domus di piazzale Matteotti è patrimonio dei pesaresi: non condanniamola all’oblio

E’ doveroso da parte del Gruppo Watching The Sky intervenire ancora, brevemente, riguardo alla Domus romana di piazzale Matteotti e al suo significato per la città di Pesaro.

Le numerose voci che si sono sollevate per salvare dall’oblio una delle orme più nitide e profondelasciate dalla civiltà romana nelle Marche sono significative dell’amore che i pesaresi nutrono per questa città antica, per la Sua lunga Storia e per la sua inimitabile cultura. Il nostro gruppo ha proposto all’UNESCO la grande e magnifica casa romana perché sia inserita nel Patrimonio mondiale dell’umanità.

L’’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’’Educazione, la Scienza e la Cultura presenterà a brevissimo termine il progetto – illustrato dalle splendide immagini che il fotografo Steed Gamero è riuscito a immortalare prima che il sito venisse coperto da teli e da uno strato di sabbia – in una delle sue più importanti riviste. Contemporaneamente, inizierà l’esame delle caratteristiche di unicità, pregio storico-architettonico e insostituibilità del complesso archeologico.

Non vi sono dubbi, riguardo a tali elementi, perché la Domus di piazzale Matteotti ci ha tramandato vestigia fastose e antichissime, risalenti al I secolo e i suoi ambienti furono frequentati fino al IV secolo. Nel loro insieme, rappresentano le età imperiali di Caligola e Nerone, Vespasiano e Marco Aurelio, riconducendoci fino agli anni degli imperatori di Bisanzio: Costantino, Teodosio… Alcuni politici locali si sono affrettati a comunicare alla cittadinanza che ormai le opere di sepoltura del sito sono "irreversibili" poiché è già stato assegnato l’appalto. La giunta comunale tuttavia sa benissimo che prima di attuare misure tanto drastiche riguardo a un complesso archeologico di interesse nazionale è necessario attendere il benestare del Ministero dei Beni Culturali e il parere dell’UNESCO.

Ma ancora prima, bisogna che siano formulati seri progetti di valorizzazione dei beni e interpellare sponsor privati e istituzionali, per ottenere un contributo. E’ impensabile che una Domus romana del I secolo, con preziosi mosaici pavimentali, resti di colonne, un meraviglioso ortus ben definito, ambienti patrizi che si affacciano su una strada basolata intatta, costeggiata da marciapiedi non trovi sponsor e finanziamenti europei!

Anche abbandonando l’idea di una copertura in vetro-acciaio su modello della piramide progettata dall’architetto Ioeh Ming Pei per il Louvre, sicuramente una copertura trasparente ad algoritmi genetici, con istallazioni di un percorso storico-educativo renderebbero giustizia alle millenarie strutture e offrirebbero un nuovo punto di riferimento sia alle nuove generazioni che agli studiosi e al turismo culturale italiano e internazionale. Salvare e valorizzare la Domus è un’operazione che darebbe ulteriore lustro e orgoglio alla città di Pesaro.

 Ricordiamo che purtroppo disponiamo di scarsi riferimenti riguardo agli aspetti urbanistico-architettonici della Pisaurum romana, perché molti dei reperti venuti alla luce nei secoli scorsi sono andati perduti.

La Domus, sotto questa luce, non è solo importante, ma addirittura fondamentale per ricordarci gli antichi splendori della città. Sbagliano anche coloro che sminuiscono il pregio dei mosaici pavimentali, che sono mirabili esempi dello stile bicromatico geometrico della prima età imperiale. Ce lo rammentano i simboli della “crux gammata”, del quadrato e della stella del mattino, che attualmente giacciono sotto teli scuri e uno strato di sabbia.

Niente di definitivo: poche braccia sono sufficienti per restituire i preziosi pavimenti alla vista della cittadinanza. Nel 1530, in seguito al ritrovamento del celebre Idolino di Pesaro – oggi al Museo archeologico nazionale di Firenze – la città inserì nello statuto cittadino alcune disposizioni di legge a protezione delle scoperte archeologiche nel territorio del comune, affinché nessuno, nei secoli futuri, commettesse l’errore di sottovalutarle.

Sarebbe il caso che le Istituzioni – e non solo quelle pesaresi – riscoprissero il valore di quelle norme e le mettessero in atto anche oggi, perché le nostre radici storiche e culturali non sono diventate "optional", ma ci appartengono e ci sono ancora necessarie. Roberto Malini, Dario Picciau, Fabio Patronelli, Steed Gamero – Gruppo Watching The Sky

info@watchingthesky.org – roberto.malini@gmail.com – //www.watchingthesky.org – tel. 331 3585406

Da Watching the Sky

Redazione Pesaro Notizie
Pubblicato Domenica 11 gennaio, 2009 
alle ore 17:32
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