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Università di Urbino: Flc e Cisl interrompono le trattative

Quasi mille euro al giorno solo per le indennità dei vertici, mancanza di strategie organizzative, nessuna trattativa  sui lettori stranieri, nessun impegno rispettato dopo lo sciopero del 18 luglio scorso: ecco perchè Cgil e Cisl abbandonano il tavolo delle trattative

logo Università di UrbinoLe segreterie provinciali Flc Cgil e Cisl Università annunciano la decisione di interrompere le trattative con l’Università di Urbino e, in una nota, spiegano i motivi che li hanno spinti ad abbandonare il tavolo.

Dopo anni di trattative inutili, segnati dalla totale estraneità dell’Amministrazione universitaria al concetto di mediazione Flc Cgil e Cisl Università insieme alla rsu di Ateneo, sono costrette a declinare sine die la disponibilità a sedere al tavolo della delegazione trattante”, scrivono i segretari provinciali Lilli Gargamelli e Tiziano Mancini.

“Nell’ultimo incontro dell’8 giugno scorso – proseguono – ci siamo preoccupati di formulare proposte responsabili e coerenti con le possibilità economiche dell’Università. Abbiamo indicato la messa a punto di un sistema di valutazione meritocratico condiviso, determinato da obiettivi e indicatori rivolti a misurare e dimostrare l’efficienza e l’efficacia della produttività, in alternativa ad un sistema di “pagelline” arbitrario e ispirato a criteri non oggettivi. Abbiamo inoltre chiesto l’utilizzo di risorse importanti messe a disposizione dal contratto nazionale per valorizzare e sostenere il personale interno che ha contribuito al processo di statizzazione e la possibilità di costruire un nuovo assetto organizzativo dopo la costituzione dei nuovi dipartimenti.

Il CdA, da parte sua, anziché gestire l’ordinaria amministrazione, come vorrebbero opportunità e buon senso visto che la  maggior parte dei  componenti sono in uscita, prende decisioni sul futuro dell’ateneo compiendo scelte gravi e censurabili sotto il  profilo della legittimità modificando il bando per il concorso pubblico del servizio di Front office, di cui avevamo chiesto la revoca in regime di autotutela.
Ha inoltre deciso di mantenere la spesa di quasi mille euro al giorno solo per le indennità di posizione dei vertici.

Come se non bastasse conferma la scelta di mantenere in servizio i docenti ordinari pensionandi, contrariamente a quanto deliberato dalla maggior parte degli atenei italiani, con costi gravanti sul vincolo del fondo per il funzionamento ordinario che non può andare oltre il 90%.

Non ha mai osservato i pur minimi impegni presi dopo lo sciopero del 18 luglio 2008 e confermati pubblicamente dal Magnifico Rettore Giovanni Bogliolo e non è mai stato attivato un tavolo di trattativa  specifico sulla questione dei lettori stranieri.

L’assenza cronica di strategie e organizzazione del lavoro – concludono – proiettano l’Università in un cono d’ombra impedendone il possibile sviluppo strategico in armonia con il  territorio. Sono motivazioni più che sufficienti, a nostro parere, per dire basta ad un confronto che, col senno di poi, ci ha visti fin troppo pazienti e disponibili”.

dalla
segreteria provinciale Cgil e Cisl

Redazione Pesaro Notizie
Pubblicato Venerdì 3 luglio, 2009 
alle ore 19:16
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