Sviluppi tanto inattesi quanto sconcertanti quelli verificatisi nella giornata del 10 dicembre in seguito all’episodio di femminicidio accaduto il giorno prima a San Filippo sul Cesano, quando il corpo della 46enne Rossella Iatesta era stato trovato senza vita dal padre della donna nella propria abitazione.

A massacrarla di botte a suon di legnate è stato il marito Gino Ruggeri di 48 anni, catturato dai carabinieri dopo essersi dato a una finta fuga una volta commesso l’omicidio. L’uomo avrebbe poi tentato il suicidio prima della cattura ingerendo nafta. Ora è in condizioni gravissime nel reparto di rianimazione all’ospedale di Fano sotto stretta sorveglianza da parte degli uomini dell’Arma.

Ruggeri era titolare in società con un’altra persona di una piccola azienda di lavorazione della vetroresina per il settore nautico. L’impresa era chiusa da tempo per problemi di ordine finanziario schiacciata dai debiti e dalla crisi del settore. Congiuntamente alla gelosia, il disagio economico avrebbe causato nell’uomo uno stato di psicosi depressiva.

Fattori che hanno condotto i coniugi all’ennesima lite all’interno di un rapporto giunto probabilmente al capolinea. Così, dopo che il padre della donna ha accompagnato il figlio della coppia a scuola, è scoppiata la lite che ha portato all’omicidio, indicativamente tra le 7:30 e le 8 del mattino. Il bambino è stato poi affidato al fratello della vittima residente in provincia di Foggia.

Accanto al corpo ormai inerme della donna, è stato trovato un bastone a sezione rettangolare col quale Ruggeri ha massacrato la moglie. Dopodiché l’uomo ha pensato di simulare una fuga nascondendosi nel ripostiglio sotterraneo all’interno dell villetta di sua proprietà dove lo hanno trovato i carabinieri, tradito da alcune tracce di vomito lasciate in giro dopo aver ingerito della nafta.