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Contro le trivellazioni in Adriatico, sbarca a Pesaro Legambiente con Goletta Verde

Cresce il fronte di protesta contro il rischio di nuove piattaforme, continua la campagna #StopSeadrilling - NO OIL

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La Goletta Verde, l'imbarcazione di Legambiente

E’ in corso un vero e proprio assalto al mare Adriatico da parte delle compagnie petrolifere. E se da un lato il Governo evidenzia i rischi delle nuove richieste di estrazioni sul lato croato, dall’altro non si ostacolano, in Italia, le mire espansionistiche dei nuovi cercatori d’oro (nero). Le coste marchigiane non sono esenti da questo assalto e proprio per questo la Goletta Verde, la storica imbarcazione di Legambiente, ha voluto inaugurare la tappa di Pesaro con un incontro con l’impegno di creare un fronte comune che blocchi l’aggressione ai nostri mari.

Perché questa folle corsa all’oro nero rischia di compromettere per sempre il futuro delle popolazioni coinvolte da possibili incidenti che metterebbero in pericolo ambiente, turismo e pesca. E se prima a protestare erano soltanto gli ambientalisti, oggi il fronte si è allargato e in prima linea ci sono anche amministratori, enti locali, balneari, pescatori e operatori turistici. Ma anche chi sta investendo in questo territorio per proporre un futuro diverso e davvero competitivo a partire dall’utilizzo di energie rinnovabili, produzione diffusa e risparmio energetico.

Con loro Legambiente si è confrontata nel pomeriggio di mercoledì 1 luglio, nel corso dell’incontro “Dal territorio un’alternativa al petrolio – buone pratiche di gestione del territorio e sostenibilità per allontanare la dipendenza dalle fonti fossili” (ore 17.30 a Pesaro, presso il Bar Eolico, Calata Caio Duilio). Presenti: Giorgio Zampetti, responsabile scientifico Legambiente; Francesca Pulcini, presidente Legambiente Marche; Domenico Balducci, presidente del Parco del San Bartolo; Sabina Cardinali, presidente associazione bagnini Pesaro; Daniele Tagliolini, presidente della Provincia di Pesaro e Urbino; Enzo Frulla, presidente del circolo Legambiente di Pesaro.
Nel corso dell’iniziativa è stato anche presentato l’appello #StopSeadrilling – NO OIL, promosso da Legambiente, e sostenuto dalla coalizione ambientalista croata SOS Adriatico e da numerose altre associazioni, sigle e cittadini sia in Italia che in Croazia, Albania, Montenegro e Bosnia Herzegovina.

Per rendere le Marche più competitive e capaci di futuro, la scelta delle trivellazioni non solo è sbagliata ma fortemente dannosa – commenta Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche. La Regione Marche ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale contro l’art. 38 del decreto Sblocca Italia tenendo presente la svolta energetica che il nostro Paese sta vivendo, Marche comprese. E’ necessario puntare sulle energie rinnovabili, sulla produzione diffusa e sul risparmio energetico, solo così potremmo affrontare con forza e decisione le nuove sfide. Siamo inoltre convinti che il futuro di questo territorio sia fatto di qualità ambientale per la crescita dell’economia, del turismo, dell’agricoltura di qualità e delle produzioni tipiche. Buone pratiche già presenti nelle Marche e oggi abbiamo voluto mettere insieme per ribadire qual è la nostra idea di futuro: un territorio deciso ad abbandonare pratiche ormai anacronistiche e poco promettenti per la propria crescita e pronto al cambiamento. Per questo chiediamo alla Regione di fare pressione sul governo italiano affinché si faccia promotore di un’azione a difesa del Mare Adriatico“.

In soli dieci giorni, da 3 al 12 giugno, i Ministri dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, e dei beni e delle attività culturali e del turismo hanno firmato dieci decreti che formalizzano la chiusura con esito positivo di altrettante procedure di Valutazione di impatto ambientale riguardo richieste di permessi di prospezione o ricerca nel mar Adriatico. Le conseguenze di questi atti sono il nullaosta ambientale su attività di ricerca per idrocarburi in un’area complessiva di 4.782 kmq concentrata soprattutto in Adriatico meridionale. Tra questi c’è un permesso di 138 kmq, titolare Appennine Energy, situato di fronte la costa marchigiana tra Civitanova Marche e Grottammare. Altri 14.510 kmq sono infine destinati ad attività di prospezione (richiesta della Spectrum Geo Limited) per un’area a largo della costa da Termoli a Rimini che coinvolge quindi Marche, Abruzzo, Molise ed Emilia.

Una vera follia visto che le quantità di idrocarburi in gioco inciderebbero ben poco sull’economia e sull’indipendenza energetica italiana. Senza contare che mentre la maggior parte del guadagno andrebbe a compagnie private, gli eventuali e possibili danni ricadrebbero tutti sulla collettività del nostro Paese – spiega Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente –. Per questo riteniamo necessario un tavolo che coinvolga l’Italia, la Croazia e tutti i Paesi Costieri per ragionare su una scala più vasta, al di là dei limiti territoriali nazionali, su quale deve essere il futuro del mar Adriatico, con le popolazioni locali, le associazioni ed i portatori di interessi a beneficio della collettività“.

Ad oggi tra le Marche e la Puglia sono attive 21 concessioni di estrazione di idrocarburi (gas e petrolio). Di queste quelle da cui si estrae petrolio sono 3, per un totale di 1.127 kmq di estensione, 8 piattaforme e 34 pozzi produttivi: per le Marche i titoli appartengono all’Edison (BC7LF di fronte alle coste di Porto S. Elpidio che ha prodotto 67.218 tonnellate di petrolio – il 9% della produzione a mare e l’1% della produzione totale, con un decremento di produzione dal 2004 al 2014 di 26.727 tonnellate di greggio all’anno).

Per quanto riguarda la ricerca di idrocarburi oggi ci sono otto in totale 8 permessi già rilasciati, di cui uno di fronte le coste marchigiane di estensione pari a 529,30 kmq, il cui titolo è di Enel Longanesi. Ci sono inoltre 20 istanze di permesso di ricerca – a diversi stadi dell’iter amministrativo – che incombono sulle coste italiane adriatiche. Di queste 9 istanze riguardano le coste marchigiane, per un totale di 3670 Kmq (conteggiando anche le istanze che ricadono tra Marche e Abruzzo). Per finire sono le 3 istanze di permessi di prospezione che, come si è detto, hanno appena ottenuto il nullaosta ambientale dal Ministero dell’Ambiente.

Il dossier completo è disponibile a questo link:
//www.legambiente.it/golettaverde-no-oil-stop-sea-drilling

Nelle Marche hanno già aderito al Manifesto #StopSeaDrilling – NOOIL di Legambiente: la piattaforma dei comuni marchigiani costieri contro le trivellazioni formata dal capofila Civitanova Marche e Ancona, Sirolo, Campofilone, Cupra Marittima, Grottammare, Pedaso, Porto San Giorgio, Porto Sant’Elpidio, Potenza Picena, San Benedetto del Tronto; le aree protette costiere: Parco del San Bartolo, Parco del Conero, Riserva Naturale della Sentina; le associazioni ambientaliste Legambiente Marche, Italia Nostra Marche, WWF Marche, Salviamo il Paesaggio Marche, Pro Natura Marche; Slow Food Marche, Lega Pesca Marche, Aiab Marche, Associazione Balneare turistica Marche, Associazione Albergatori Riviera del Conero, Movimento Difesa del Cittadino Marche, A.D.V. nucleo sommozzatori Sea Scout Ancona, Arci Marche, Arci Servizio Civile Marche, Lista Studentesca Universitaria Lista Darwin e Associazione Ingegneria Senza Frontiere Ancona.

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