Prosegue il dibattito sul potenziamento dell’aeroporto di Fano

Nonostante studi che dimostrano l’esatto contrario, per Drudi l’auspicata pista in cemento (invisa perfino ai piloti degli aerei ultraleggeri di ultima generazione) consentirebbe “alle industrie e al porto collegamenti più rapidi con eventuali acquirenti o partner commerciali”.
E per rafforzare le sue traballanti certezze, Drudi vede un aeroporto che fin da ora “sta consolidando un suo ruolo nella rete delle infrastrutture del centro Italia“. A qualunque cosa si riferisca, sarebbe stato realizzato con l’attuale pista in erba, confermando dunque l’inutilità del “potenziamento”.
La cui unica certezza sarebbe lo spreco enorme di denaro pubblico in un momento di crisi nera dal punto di vista sia economico che sociale.
Dilapidare risorse in un frangente come questo, ci pare uno scandalo solo a proporlo: il tutto nell’illusione di trasformare in aeroporto vero, per il gusto di pochissimi nababbi con costosissimi giocattolini volanti, un campo d’aviazione ormai incastrato fra le case di una città già fin troppo “sviluppata”, e che avrebbe invece bisogno di recuperare una dimensione più umana e naturale, potenziando magari il turismo popolare e quello culturale, non le “toccate e fughe” di qualche miliardario ansioso di raggiungere col jet privato lo yacht ormeggiato al porto, con “ricadute” sull’economia locale che lasciamo alla fervida fantasia dei dirigenti della Camera di Commercio.
dal Movimento RadicalSocialista
Circolo “Lucio Polverari”
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