Confindustria Pesaro Urbino: un risultato importante la variante al piano cave
Secondo Confindustria Pesaro Urbino, l’approvazione della variante al piano cave della Provincia di Pesaro e Urbino, deliberata dal consiglio provinciale, rappresenta una significativa inversione di tendenza, una consapevolezza nuova, dopo almeno un decennio di indifferenza e pregiudizi nei confronti del settore delle attività estrattive.
La svolta si è avuta con il documento programmatico di inizio legislatura, firmato dal presidente della Provincia, Matteo Ricci, con cui si è assunto l’impegno di iniziare un percorso finalizzato a ristabilire l’autosufficienza rispetto al fabbisogno di materiali inerti sul nostro territorio.
L’impossibilità di reperire materiale inerte di qualità, causata da una pianificazione di settore che ha ingessato il territorio provinciale, ha costretto le imprese estrattive ad importare i quantitativi dalle coste croate o da altre province o regioni e per questo tutto il territorio sta pagando un costo ambientale elevatissimo a tutti noto: vedi le polveri sottili al porto di Pesaro, il traffico di mezzi pesanti sulla Contessa.
Il nostro mercato di materiali è stato per anni terra di conquista per gli operatori dell’anconetano e del maceratese, con i loro ingenti quantitativi estratti – ipotizziamo in esubero rispetto ai propri fabbisogni – che hanno continuato a portare nella nostra provincia il materiale a prezzi persino più competitivi rispetto a quelli praticati dagli operatori locali. Così facendo nel tempo si sono impoverite le imprese, che hanno perso opportunità e forza lavoro e si è impoverita la collettività.
Per gli industriali del settore, l’assessore Galuzzi e i suoi uffici hanno lavorato a ritmi serrati prima per far sì che l’iter di approvazione delle modifiche alla legge regionale arrivasse a buon fine e poi per rendere operative sul territorio le disposizioni regionali.
A coloro che contrastano questo piano, perché lo ritengono un ulteriore affronto alle bellezze naturali del territorio provinciale, Confindustria ricorda che con la variante non solo si evita di aprire nuove cave, andando a lavorare in quelle esistenti, ma si consente di proseguire l’attività proprio nell’ottica di ottenere un recupero dei siti ed una successiva loro riqualificazione e restituzione alla collettività.
Fuori dai giochi politici e di partito, centrandosi sugli effetti positivi di questo atto, gli imprenditori si dicono certi che Il territorio ne potrà beneficiare, visto che il Piano va a risolvere lo stato di abbandono in cui versano da anni tre importanti siti produttivi e che, così come sono, rappresentano altrettante grandi ferite da sanare.
dalla Confindustria di Pesaro e Urbino
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