Denuncia della Fita – Cna: in Provincia 250 imprese fantasma nel settore dell’autotrasporto
Si tratta di attività senza neanche un camion che praticano intermediazione parassitaria
Imprese di autotrasporto senza nemmeno un autoveicolo. Sembra incredibile ma esistono davvero. Sono 43.000 in Italia e più di 250 in Provincia di Pesaro e Urbino su un totale di 1.800 imprese del settore. Nelle Marche sono quasi 1.000 gli autotrasportatori che risultano regolarmente iscritti all’Albo ma senza un Tir da guidare: nemmeno un camion.
La denuncia è della Fita – Cna della nostra Provincia che chiede cosa ci fanno tutte queste imprese iscritte all’Albo degli autotrasportatori e perché (malgrado l’impegno preso cinque mesi fa dal Governo per la cancellazione d’ufficio di tali imprese), nulla sia ancora accaduto.
“Il sospetto – afferma il Presidente provinciale della Fita – Cna, Oscar Gasperini – è che proprio tra queste 250 aziende di autotrasporto senza veicoli, si annidino abbondanti sacche di intermediazione parassitaria, dando luogo a forme di concorrenza sleale che finiscono per abbassare artificiosamente i prezzi.”
Proprio per contrastare questi pericoli, la Fita – Cna aveva evidenziato come, l’Osservatorio nazionale sui costi di trasporto, avrebbe dovuto stabilire i costi minimi ma nulla è stato fatto né è stato emanato il decreto per il riconoscimento economico dei tempi di carico e scarico. Intanto il settore dell’autotrasporto merci continua a non vedere vie d’uscita da una crisi che non ha precedenti e che costringe le imprese dell’autotrasporto a fronteggiare quella che si può ben definire una vera a propria emergenza, chiamate come sono a recuperare competitività ed abbattere i costi.
Dall’inizio dell’anno nella nostra Regione hanno cessato l’attività 144 aziende di autotrasporto mentre soltanto in 52 hanno trovato il coraggio di avviare un’attività nel settore. “L’unico punto dell’accordo sottoscritto col Governo a giugno e divenuto legge ad agosto – sottolinea il Segretario Cna – Fita di Pesaro e delle Marche, Riccardo Battisti – è quello relativo ai controlli ed alle sanzioni sulla strada, senza alcun intervento serio per accertare la responsabilità della committenza ed i costi per la sicurezza. Con l’inasprimento delle sanzioni e dei controlli sono soltanto gli autotrasportatori a pagare per rispettare i tempi di consegna imposti dai committenti. E’ invece giunto il momento di riequilibrare i rapporti contrattuali con la committenza per evitare che gli autotrasportatori siano gli unici a pagare le inefficienze del sistema produttivo e della grande distribuzione.”
Tra l’altro il nuovo Codice della strada cancella la normativa che consentiva il pagamento entro 60 giorni ed introduce l’obbligo del pagamento al momento del controllo su strada, pena il fermo amministrativo immediato del veicolo. “I problemi pratici ed operativi sono evidenti a tutti – spiega Battisti -, infatti sia gli operatori di polizia addetti ai controlli stradali, sia gli autotrasportatori, si troveranno a dover gestire in strada ed a tutte le ore del giorno e della notte, importanti somme di denaro in contanti, visto che nel frattempo le sanzioni sono state anche aumentate. Già oggi la categoria e costantemente esposta a furti e rischi di ogni genere. Figuriamoci dunque cosa accadrà se ogni conducente dovrà girare, peraltro cosa nota a tutti, sul camion con una dotazione di contanti al fine di pagare le sanzioni sul posto. Che problema c’è a pagare presso un Ufficio Postale entro il termine di 60 giorni come accadeva prima? Se l’obiettivo era quello di evitare che le imprese straniere potessero raggirare la legge e non pagare le contravvenzioni, bastava lasciare le cose come stavano, visto che per i conducenti stranieri quest’obbligo esisteva già dal 2007!”
dalla Cna – Fita della Provincia di Pesaro e Urbino
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