Urbino, protesta e proposte contro la soppressione del corso di moda e design
La Riforma Gelmini nel mirino della Federazione dei lavoratori della conoscenza Cgil che il 6 maggio scende in piazza
“Moda non va più di moda? Certamente il ‘taglio Gelmini’ è sempre in auge”. Parole sarcastiche quelle della segretaria generale Flc di Pesaro Urbino Lilli Gargamelli a commento della soppressione del corso di design della moda dell’Università di Urbino.
Da tre anni la Flc Cgil denuncia e si oppone alla riforma universitaria e ai tagli selvaggi che oggi colpiscono uno dei corsi di studio strettamente collegati alla realtà economica e produttiva locale. “Una perdita di competenze assurda” aggiunge Lilli Gargamelli che torna sui contenuti della legge e sulle sue ripercussioni.
“La legge Gelmini su università e ricerca oltre a riordinare i ruoli e le funzioni di rettore, consiglio d’amministrazione e senato accademico – spiega Lilli Gargamelli – impone tagli drastici al reclutamento del personale docente e non, e impone un numero minimo di 12 docenti per mantenere un corso di laurea triennale. A ciò si aggiunge il taglio determinato al Fondo del finanziamento ordinario (spesa corrente) necessario al funzionamento dell’università.
L’Università Carlo Bo di Urbino passerà da 16 dipartimenti a 9 e approderà di qui a breve a 6, con due macroaree. E’ evidente che questo ridimensionamento cancellerà uno dei maggiori pregi del nostro ateneo riconosciuto in ’Europa: il modello “Campus” caratterizzato da un ottimale rapporto città, studenti, didattica e ricerca.
La Flc e tutta la Cgil, continueranno a lottare contro questa pessima riforma che appartiene a un disegno generale di privatizzazione del sistema pubblico della conoscenza anche attraverso lo sciopero generale proclamato per il 6 maggio. Il grido d’allarme della Flc Cgil non è generico ma supportato da precise proposte di merito in particolare sulla definizione del nuovo statuto.
Per la Flc nel caso dell’Università di Urbino “Occorre garantire negli organi di governo la rappresentanza delle diverse componenti dell’ateneo, attribuendo pari peso a professori ordinari, professori associati, ricercatori, personale tecnico amministrativo.
Vanno inoltre cercate soluzioni per la designazione o la scelta qualificata e rappresentativa di tutte le componenti del Cda. Bisogna poi sperimentare ogni opportunità consentita dalle norme per attribuire al senato accademico un ruolo di equilibrio tra i poteri”.
Oltre allo statuto, la Flc insiste su un progetto complessivo e integrato che garantisca il superamento di logiche di settore e favorisca l’orientamento degli studenti verso una didattica e una ricerca funzionali alle proprie aspirazioni e al mondo del lavoro.
da Marina Druda
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