Fermo pesca: la Confesercenti di Pesaro e Urbino dice no al blocco totale
Intervento di Ilva Sartini, direttore Confesercenti Fano, a proposito della proposta avanzata dall’On. Paolini
“E’ necessario riconsiderare le regole del fermo pesca, ma non a scapito della filiera che dai pescatori arriva fino ai turisti”. Così il direttore Confesercenti di Fano apre il suo intervento in risposta alla proposta avanzata dall’On. Paolini di prolungare i termini del fermo pesca totale da 45 a 60 giorni.
“Sono anni che Confesercenti _ continua Sartini _ lavora per arrivare ad una soluzione che non vada a discapito né dell’ecosistema, per il quale i periodi di fermo pesca restano necessari, né di tutti coloro che sulla pesca basano la loro attività economica ed il loro lavoro. E non parliamo soltanto dei pescatori, ma anche dei titolari delle pescherie, dei ristoratori e di tutti coloro che lavorano nell’ambito turistico.
Il danno di un fermo totale per due mesi può essere davvero consistente, in quanto il periodo scelto coincide con i mesi di maggior afflusso turistico e di maggior domanda soprattutto nelle località di mare. Il fermo pesca così strutturato, produce disaffezione alle specie ittiche locali, incrementa le importazioni e smarrisce il senso delle tradizioni gastronomiche marinare.
La proposta di un blocco totale, dunque, non tiene conto in nessun modo dei risvolti indiretti che il fermo pesca ha su tutta la filiera: è un danno d’immagine non indifferente per la nostra ristorazione che in piena stagione si trova sprovvisto di pescato locale”. Poco tempo fa, a questo proposito la Confesercenti nazionale, anche su nostra sollecitazione, aveva provveduto fare al competente Ministero delle proposte alternative.
“Le ipotesi _ spiega il direttore _ che si possono considerare sono, ad esempio, la destagionalizzazione del fermo pesca anticipato al periodo primaverile, oppure – ed ancor meglio – alla differenziazione fra pesca costiera e pesca d’altura, oppure – infine – un fermo pesca su base territoriale lasciando all’autonomia delle marinerie la determinazione del periodo in modo da garantire comunque una presenza dei prodotti locali e la previsione di misure di sostegno alle attività di pescherie che dimostrino di commercializzare prodotti locali”.
“Ci siamo resi disponibili _ conclude Sartini _ ad elaborare, insieme al Ministero, alla Regione ed alle Associazioni dei pescatori, una proposta alternativa che possa rendere davvero utile all’ecosistema la misura del fermo pesca e, contemporaneamente, garantisca il perfetto funzionamento degli ingranaggi della filiera ittica. Riteniamo, quindi sbagliata, la presa di posizione dell’On. Paolini, che tiene conto solo di una parte dei soggetti coinvolti, e lo invitiamo a modificare la sua proposta”.
dalla Confesercenti di Pesaro e Urbino
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