Pane e pizza, ora anche gli agricoltori possono produrre e vendere. Insorgono gli artigiani
Protesta degli artigiani che denunciano i privilegi del diverso regime fiscale legato alla tassazione del reddito agrario. La crisi economica, che ha investito in pieno anche l’agricoltura, ha però aperto nuove possibilità per gli operatori di quel settore finendo però per penalizzare quelli dell’artigianato. In che modo?
In base ad un decreto del Ministero delle Finanze è stata infatti aggiornata la tabella dei beni che possono essere oggetto delle attività agricole connesse. In base a questo provvedimento gli agricoltori che producono grano d’ora in poi potranno dedicarsi all’attività di panificazione producendo direttamente pane, panini, pizza e le altre specialità salate, godendo del “privilegio” di un diverso regime fiscale legato alla tassazione del reddito agrario.
“Nel precisare chenon siamo contro nessuna forma di libera concorrenza – dice il presidente di CNA Alimentare, Paolo Fucili – abbiamo però segnalato che il provvedimento cade in un periodo di forte difficoltà dei panificatori per lo scenario di crisi globale, per la riduzione del consumo di pane negli acquisti delle famiglie (solo nel primo semestre del 2010 il consumo è sceso del 2,4%), e per l’incremento speculativo del costo del grano”.
Come CNA abbiamo fatto presente che la categoria ha assoluta necessità di essere rassicurata sulle condizioni di produzione del pane da parte degli agricoltori e soprattutto sul fatto che la diversa incidenza delle normative europee ed anche del regime contributivo nazionale, non creino condizioni di disparità nella concorrenza finendo per sfavorire pesantemente le imprese artigianali.
“Inoltre – conclude Fucili – abbiamo ricordato che è fermo presso l’Ufficio Legislativo del Ministero dello Sviluppo Economico, ormai da oltre 2 anni, il regolamento voluto fortemente dalla categoria e concordato con le parti economiche, che definisce esattamente l’attività di panificio e di produzione di pane fresco, rispetto alla produzione industriale con il pane conservato.
Un regolamento che avrebbe favorito la qualificazione delle imprese di produzione del pane e la loro competitività. Abbiamo perciò richiesto al Ministero dello Sviluppo Economico di convocare urgentemente il tavolo dei panificatori”.
dalla Cna di Pesaro e Urbino
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