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Fano: cessione Saipem? Più di mille lavoratori a rischio

Fabbri: "Fondamentale la salvaguardia del livello occupazionale"

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Situazione estremamente delicata quella dello stabilimento fanese di Saipem, azienda da molti anni leader nel settore di oil and gas, che rischia di essere ceduta e, conseguentemente, smembrata. Il colosso dell’energia nato nel 1956 da qualche anno fa capo a Eni come maggiore azionista, intenzionato purtroppo ad interromperne il progetto aziendale cedendo molte delle quote acquisite se non l’intero pacchetto ad acquirenti stranieri.

La senatrice Pd Camilla Fabbri ha chiesto chiarimenti governativi sull’affaire Saipem e ha indetto un incontro di approfondimento per la prossima settimana sul futuro dell’azienda: “La sto seguendo già da tempo – ha specificato la componente della commissione Industria – e una volta completate tutte le verifiche, preparerò l’interrogazione. La questione principale mi sembra la salvaguardia del livello occupazionale: i posti di lavoro vengono prima della scelta sul modello imprenditoriale“.

Nella sede di Fano, la terza del gruppo per importanza dopo la centrale a San Donato Milanese e la succursale parigina in Francia, lavorano oltre mille tecnici di altissimo livello professionale, specializzati nel progettare e costruire pipe-line, oleodotti e gasdotti, diffusi in tutto il mondo.

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