Manifestazione a Jesi: 130 lavoratori della Tallarini senza alcuna certezza
Banca Marche rifiuta di incontrare la delegazione. Fiom Fim e Uilm non mollano: martedì incontrano i vertici della multinazionale a Firenze
Venerdì di passione anche per i 130 lavoratori della Tallarini che in mattinata hanno organizzato un presidio davanti alla sede di Banca Marche a Jesi, l’istituto di credito di maggior peso nel piano di finanziamento della ditta assieme ad altre quattro banche.
Ciò che si temeva è accaduto: l’azienda metalmeccanica di Schieppe di Orciano e Sant’Ippolito ha ricevuto la comunicazione ufficiale che il suo maggiore e prestigioso cliente ovvero Nuovo Pignone ha chiesto l’inventario e gradualmente ritirerà le commesse alla ditta. Una doccia fredda per i 130 lavoratori specializzati che da novembre non ricevono alcun stipendio. Si fa sempre più concreta a questo punto la possibilità della chiusura
“Questa incredibile situazione nasce a causa di un conflitto tra istituti bancari, quella delle Marche oggi ha rifiutato di incontrare la delegazione di lavoratori – dicono Monaldi (Fiom) Masci (Fim) e Rossini (Uilm ) – ed ha affidato a un funzionario il compito di spiegare al microfono della televisione il perché non intende sbloccare i finanziamenti alla ditta consentendole di pagare lavoratori, i fornitori e riprendere così la produzione.
Il funzionario ha parlato di mancata condivisione del piano tra banche, oggi, 22 aprile, dopo mesi di tira e molla sulla pelle dei lavoratori dimenticando di averlo condiviso assieme ad un consulente di sua fiducia.
La Banca non ha voluto ricevere la delegazione sindacale che rappresenta 130 persone senza stipendio e senza certezze, con mutui da pagare che le banche non intendono bloccare, figli da crescere, affitti spese e bollette; personale specializzato che ha sempre lavorato e, da novembre, non percepisce più lo stipendio salvo due acconti strappati grazie all’utile sforzo di mediazione fatto insieme alla Provincia e alla Prefettura”.
Fiom Fim e Uilm annunciano per martedì 26 aprile un incontro con i rappresentanti della Nuovo Pignone, a Firenze, nel pomeriggio, dal quale cercheranno di capire come avverrà il ritiro ma soprattutto cercheranno di tutelare i lavoratori, fino in fondo e fino all’ultimo.
da Marina Druda
Fiom Fim Uilm Pesaro
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