Piano Urbanistico Generale di Pesaro, prende il via la fase di ascolto
L'assessore Nobili: "La partecipazione, insieme alla flessibilità, sono le due parole chiave di questo percorso"

Ha preso ufficialmente il via la fase di ascolto per la stesura del nuovo Piano Urbanistico Generale. Questa mattina il Comune ha chiamato a raccolta la città in un incontro pubblico, per condividere riflessioni, esperienze e proposte sul futuro del territorio.
«La Pesaro che immaginiamo è quella che sapremo costruire insieme» è il cuore di “Immaginare Pesaro – laboratorio di idee per la città del futuro”, il primo di una serie di incontri, organizzato dall’Amministrazione, assessorato all’Urbanistica, in collaborazione con l’Ordine degli Architetti della Provincia di Pesaro e Urbino, Collegio provinciale Geometri e Geometri Laureati di Pesaro e Urbino, Ordine degli Ingegneri di Pesaro e Urbino. All’Hotel Charlie presenti circa 250 persone, tra esperti del settore, professionisti, categorie economiche e sociali, ordini, cittadini e associazioni.
Un momento partecipato, aperto così dall’assessore all’Urbanistica Andrea Nobili: «Negli ultimi anni, la città di Pesaro ha scelto con convinzione un modello di sviluppo fondato su cultura, bellezza e sostenibilità. Una visione che ha prodotto risultati concreti: prima il riconoscimento come Città Creativa della Musica UNESCO, poi il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2024, un’opportunità di rilancio e trasformazione non solo culturale, ma anche sociale ed economica. Pesaro investe sul futuro partendo da sostenibilità, vivibilità e qualità urbana. È un percorso costruito negli anni, che ha orientato la pianificazione verso la riqualificazione e la rigenerazione dell’esistente, evitando nuovo consumo di suolo. Abbiamo adottato la politica del “costruire sul costruito”: mappando le aree dismesse o sottoutilizzate e trasformandole in luoghi di vita, servizi e opportunità. Un esempio emblematico è la zona di via dell’Acquedotto, oggetto di un importante intervento di rigenerazione urbana da 11,2 milioni di euro nell’ambito del Bando Periferie. Oggi quell’area ospita strutture culturali e sportive come il Teatro della Piccola Ribalta, il Bocciodromo, piste da skate e pump track, diventando un punto di aggregazione e coesione sociale.
Tutto questo è stato possibile grazie a una straordinaria stagione di investimenti: Pesaro ha saputo intercettare risorse del PNRR e altri fondi strategici, generando un impatto trasversale in diversi ambiti — oltre 17 milioni di euro in scuole, asili e mense; 467 mila euro in teatri e cultura; quasi 8 milioni in impianti sportivi; più di 20 milioni in rigenerazione urbana e patrimonio storico. Un altro pilastro è la mobilità sostenibile: la Bicipolitana, infrastruttura del benessere che collega il centro ai quartieri più periferici, ha superato i 100 km. Tra gli ultimi interventi, il nuovo ponte ciclopedonale che collega il quartiere Tombaccia al centro.
Oggi presentiamo l’avvio del percorso che porterà all’adozione del nuovo Piano Urbanistico Generale. Chi è qui conosce bene l’importanza di questo momento e la centralità della pianificazione nell’azione amministrativa. Vorrei però proporre insieme a voi una riflessione di contesto: che cosa significa davvero pianificare il territorio? Una definizione comune la descrive come “l’insieme delle attività e degli strumenti che regolano l’uso e la trasformazione del territorio con l’obiettivo di garantire uno sviluppo ordinato, sostenibile e armonioso delle città e dei territori”.
Altrove si parla di sviluppo “razionale”. Vorrei allora introdurre una breve digressione filosofica che ci aiuterà a inquadrare il senso del nostro lavoro. Una riflessione tra Cartesio e Von Hayek. Cartesio, nel Discorso sul metodo, sosteneva che un’opera concepita da un solo artefice è più perfetta di quella realizzata da molti. Arriva a dire che le città nate spontaneamente, cresciute nel tempo da villaggi, risultano disordinate e irregolari rispetto a quelle progettate a tavolino da un unico ingegnere.
Ma se avesse ragione Cartesio, dovremmo preferire Brasilia a Firenze, o Latina a Lucca. Qualcosa, evidentemente, non torna. Von Hayek critica proprio questa visione: la Ragione con la R maiuscola, universale e onnisciente, non esiste nel singolo individuo. Nessuno può conoscere da solo la complessità della società e delle sue relazioni. La ragione, dice Hayek, è un processo collettivo, che nasce dal confronto, dalla pluralità dei punti di vista, dalla capacità di correggersi reciprocamente.
Ecco perché la pianificazione del territorio non può essere il frutto di una sola mente, per quanto illuminata. Il processo partecipativo non è solo un diritto dei cittadini, ma il riconoscimento di un limite della ragione umana: nessuno può prevedere da solo il futuro della città.
La partecipazione, insieme alla flessibilità, sono le due parole chiave di questo percorso. Non possiamo progettare rigidamente la città del futuro, ma dobbiamo creare uno strumento capace di adattarsi ai cambiamenti, di accogliere innovazioni, nuove tecnologie, nuovi bisogni sociali. Lo strumento che costruiremo dovrà consentirci di raggiungere gli obiettivi che oggi ci poniamo, anche attraverso azioni che ancora non possiamo prevedere. Vogliamo costruire un piano che nasca dal dialogo con chi la città la abita e la vive ogni giorno e con chi la vuole far crescere. Il contributo di chi lavora nel campo dell’urbanistica, dell’edilizia, dell’ambiente, della mobilità, delle imprese e del sociale sarà determinante. Solo così potremo definire una visione di città capace di coniugare crescita e sostenibilità.
Gli obiettivi sono chiari e la L.R. 19/2023 li esplicita bene: la tutela del territorio e del paesaggio, il contrasto al consumo di suolo, l’equità sociale, lo sviluppo sostenibile e diritto all’abitazione, la dotazione di servizi e qualità dello spazio pubblico.
A questi si aggiungono due concetti fondamentali: sicurezza e accessibilità. Sicurezza intesa in senso ampio — come condizione di protezione da rischi ambientali, sociali, economici e di marginalità. Accessibilità intesa come pari opportunità di movimento, di inclusione e di esperienza per tutti i cittadini. Pesaro, nella sua storia, ha dimostrato attenzione a questi valori. E vogliamo che anche il futuro della città sia pensato alla luce di una società solidale, aperta e inclusiva.
Questo percorso non può e non deve essere solitario. La redazione del nuovo PUG sarà tanto più efficace quanto più sapremo coinvolgere le realtà del territorio: professionisti, associazioni, comitati, imprese, cittadini. Il momento di confronto che oggi inauguriamo è quindi fondamentale: è da qui che nasce la qualità delle scelte future.
Dovremo inoltre dialogare con enti e istituzioni che operano su parti importanti del nostro territorio, come l’Ente Parco San Bartolo e l’Autorità Portuale, per mantenere coerenza e armonia con le dinamiche che li riguardano. La nostra capacità di dialogo dovrà essere allora esercitata anche con i comuni confinanti, con la Provincia o con attori che siano imprescindibilmente coinvolti in grandi trasformazioni urbane come quella che interesserà l’area dell’attuale ospedale una volta che sia terminato quello nuovo. Ci attende un lavoro impegnativo ma entusiasmante: costruire, insieme, il futuro urbano di Pesaro. Un futuro che sarà tanto più forte e sostenibile quanto più saprà essere partecipato, flessibile e condiviso».
Sostenibilità, equità, impegno, chiarezza, visione, competenze sono le parole chiave della “città che cambia” raccontata dal dirigente del Servizio Sviluppo Urbano ed economico Marco Fattore, che ha spiegato la missione del PUG nei nuovi scenari della pianificazione. Con il professore di diritto amministrativo dell’Università degli Studi di Mcerata Stefano Villamena si sono affrontati gli aspetti normativi legati al PUG, alla luce della disciplina introdotta dalla Legge regionale 30/11/2023 n.19. Ad intervenire anche Fabrizio Cinquini, capogruppo soc.Terre.it srl, ha fotografato la città di Pesaro attraverso il quadro conoscitivo e l’analisi dei caratteri fisici, ambientali, geomorfologia, socio-economici, paesaggistici e culturali.
La redazione del nuovo PUG è un processo aperto e partecipato: a differenza dei precedenti strumenti di pianificazione, deve pertanto essere concepito come un piano “condiviso” che delinea una città “flessibile”, in “continua evoluzione” e che pertanto segna il superamento dei cosiddetti piani urbanistici “statici” (PRG) basati principalmente sul concetto di rigida zonizzazione del territorio. E’ proprio in questo partecipativo che nasce il form rivolto alla cittadinanza e ai portatori di interesse locale, che potranno partecipare al percorso di formazione del documento programmatico, presentando richieste o proposte caratterizzate da interesse collettivo, finalizzate alla definizione delle strategie e degli obbiettivi generali del PUG. Il form con le istanze, che dovranno essere inoltrate entro il giorno 20 Dicembre 2025, è stato presentato da Adamo Lucarini, U.o Urbanistica Comune di Pesaro e da Simone Ceccolini dei Sistemi Informativi del Comune di Pesaro.
A chiudere l’incontro gli interventi dei presidenti degli ordini e collegi: Carmen Storoni presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Pesaro e Urbino, Alberto Campagna presidente del Collegio provinciale Geometri e Geometri Laureati di Pesaro e Urbino, Renato Morsiani presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Pesaro e Urbino.
In conclusione l’assessore Nobili ha ricordato le date e i temi dei prossimi appuntamenti aperti alla cittadinanza, che si svolgeranno nel salone Pallerini di palazzo Gradari.
– 12/11 ore 10.00 Attività produttive,
– 12/11ore 17.30 Volontariato scuola cultura e sport,
– 19/11 ore 10.00 Mobilità e Infrastrutture
– 19/11 ore 17.30 Ambiente e Paesaggio;
– 26/11 ore 10.00 Ordini professionali
– 26/11 ore 17.30 Quartieri



















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