Estorsioni, inchiesta “Vulcano”: le indagini arrivano anche in provincia di Pesaro
Un notaio di Pesaro, un commercialista di Marotta, il direttore dell’agenzia di Pesaro della Cassa di Risparmio di Teramo, l’ex sindaco di Sassocorvaro e un imprenditore fanese. Questi alcuni dei coinvolti nelle indagini dei Carabinieri nelle province di Rimini, Prato, Napoli e Caserta che hanno portato lo scorso 14 dicembre all’arresto di 18 persone nell’ambito dell’inchiesta “Vulcano“.
Tra gli indagati in merito all’organizzazione criminale di matrice camorristica dedita al recupero crediti ed estorsione (il cui capo Francesco Vallefuoco è il pregiudicato napoletano bloccato in un albergo a Prato nei giorni scorsi), figura su tutti anche il notaio pesarese Enrico Marchionni che – secondo la Dda di Bologna – avrebbe nel 2009 rogitato la vendita fittizia di due villini di Montelicciano, nel comune di Monte Grimano Terme. Operazione che, tramite il direttore dell’agenzia di Pesaro della Cassa di Risparmio di Teramo (Tercas), Francesco Ridolfi, avrebbe permesso – sempre stando alle informazioni emerse dalle indagini – di recuperare e rigirare circa 340.000 euro: denaro riciclato perché i due beni venduti per finta, in realtà, appartenevano ad un’organizzazione criminale campana.
Tra gli altri indagati figura un commercialista di Marotta, il quale, secondo gli inquirenti, si sarebbe rivolto a Vallefuoco per difendersi da presunte minacce da parte di un creditore che aveva promesso di dargli fuoco dopo averlo cosparso di benzina.
Gli altri due nomi sono legati alle tentate estorsioni: l’ex sindaco di Sassocorvaro Oriano Giacomi avrebbe pianto di fronte alle pretese della banda, mentre un imprenditore fanese, Tiziano Fabbrocile, si sarebbe ribellato e avrebbe denunciato la vicenda ai Carabinieri.
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