L’Assemblea Permanente di Urbino contraria alla composizione della ‘Commissione Statuto’

L’Assemblea permanente universitaria degli studenti, dei dottorandi e dei ricercatori indisponibili non intende rimanere in silenzio. Ed intende seguire l’esempio di molte Università italiane, nelle quali assemblee come la nostra stanno studiando la Legge al fine di utilizzare al meglio lo strumento della riscrittura degli Statuti d’Ateneo.
Crediamo infatti sia ancora possibile rappresentare l’istanza di un cambiamento necessario ed ampiamente condiviso, contribuendo così alla crescita del nostro Ateneo. Ma questo sarà possibile solo se – come anche importanti e autorevoli sindacati nazionali hanno auspicato – il percorso che condurrà al nuovo Statuto sarà un processo realmente ‘costituente’, aperto alla partecipazione delle categorie sinora escluse da ogni ambito decisionale.
Lo Statuto rappresenta la carta fondamentale che definisce tanto gli scopi dell’istituzione universitaria quanto la composizione degli organi direttivi dell’Ateneo stesso. In qualche modo, una piccola ‘Costituzione’. La riscrittura dello Statuto è quindi un momento decisivo per il futuro della nostra Università.
Se elaborato in maniera democratica e partecipata, esso può creare un luogo per affrontare le numerose problematiche che gravano sulle categorie più deboli del mondo universitario; se invece la sua riscrittura verrà gestita nella forma della cooptazione e della concertazione tra blocchi di interessi, riconfermerà le gerarchie già esistenti e verrà ad accentrare ancor di più la gestione dell’Ateneo secondo lo schema: bisogna che tutto cambi, perché tutto rimanga com’è.
Studenti, dottorandi e ricercatori indisponibili sollecitano l’apertura di un vero e proprio processo costituente dal basso, per fare in modo che la commissione che andrà a riscrivere lo Statuto sia uno spazio pienamente partecipativo. A tal fine chiediamo:
- l’inserimento di un terzo rappresentante, oltre ai due previsti per legge, della componente studentesca, con elezioni ad hoc per scegliere democraticamente i rappresentanti degli studenti che siederanno all’interno della Commissione Statuto’;
-l’inserimento all’interno della suddetta Commissione di un rappresentante dei ricercatori precari ed un rappresentante dei dottorandi, autonomamente scelti all’interno delle rispettive categorie, per porre fine, così, all’inaccettabile condizione di ‘invisibilità’ da loro subìta in questi anni;
-che i ricercatori possano scegliere autonomamente i propri rappresentanti in Commissione, senza che questi vengano nominati dall’alto;
-che il Rettore convochi al più presto un’assemblea d’Ateneo – come è avvenuto in altre Università – per discutere pubblicamente dell’applicazione della Legge Gelmini e dei cambiamenti che interesseranno tutte le componenti del nostro Ateneo.
Auspichiamo che il Rettore, il Senato Accademico ed il Consiglio di Amministrazione siano in grado di cogliere questa opportunità d’innovazione necessaria per il nostro Ateneo e di comprendere in generale la nuova politica dei movimenti che nel corso degli anni ha maturato proposte di cambiamento importanti e sinora inascoltate.
Sappiamo che a giorni verrà nominata la “Commissione Statuto” e ci auguriamo che gli organi decisionali dell’Ateneo prendano coscienza del fatto che l’Università è soprattutto un bene comune. Aprire spazi di democrazia partecipativa: quale modo migliore, per chi ha sempre sostenuto di essersi opposto al DDL Gelmini, di operare concretamente in difesa di un’Università pubblica, libera e democratica?
dall’Assemblea Permanente Universitaria
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