Dalla fibra al 5G: come ci connetteremo in futuro?
Il futuro di internet

Se pensiamo a quel che è stato il passato della rete possiamo notare gli enormi passi in avanti fatti negli ultimi anni. In Italia nel 1996 i computer connessi nei cinque continenti erano passati da 10mila a 10 milioni e il termine “Internet” era già entrato a far parte di tutti i principali dizionari di lingua italiana.
Quell’anno nasceva anche Arianna, il primo motore di ricerca online del nostro Paese. Nelle case delle famiglie italiane facevano capolino i primi modem analogici collegati alle linee telefoniche: questi sistemi non permettevano di collegarsi online per più di qualche ora, se non a costo di far arrabbiare i genitori per le tariffe salate e il telefono sempre occupato.
Col passare del tempo le connessioni internet si sviluppavano con una certa frequenza, ma con diverse difficoltà. Ma con la fibra ottica tutto è cambiato. L’invenzione della fibra ottica come sistema di trasmissione della luce, risale al 1955, ad opera del ricercatore inglese N.S. Kapany. Oggi rappresenta il sistema di cablaggio più usato per la trasmissione dati su larga scala e su lunga distanza, e deve la sua diffusione globale a caratteristiche quali affidabilità, performance ed efficienza. Qualità distintive, rispetto alla trasmissione su cavo coassiale o doppino telefonico, sono la capacità di banda ultra larga e l’indice molto basso di dispersione del segnale, che consentono il trasporto dati su grandi distanze.
Oggi è in studio un nuovo sviluppo per la fibra ottica che aumenterebbe di 100 volte la velocità di connessione ad internet, è il frutto di uno studio del Royal Melbourne Institute of Technology (RMIT), pubblicato su Nature Communications. I ricercatori hanno trovato un modo che consente agli impulsi di luce su cui è basata la fibra ottica di trasportare molti più dati.
Attualmente le informazioni che viaggiano sulla fibra ottica sfruttano gli impulsi di luce per viaggiare, ma i dati possono essere immagazzinati attraverso onde orizzontali e verticali. Non sarebbe sfruttato così tutto il suo potenziale.
Alcuni studi precedenti avevano rilevato invece che facendo ruotare l’impulso di luce fino a farlo diventare una spirale, avrebbe incrementato la quantità di informazioni trasportabili. I ricercatori hanno quindi creato una terza dimensione per trasportare informazioni: ”è come il DNA, se osservi la spirale a doppia elica”, ha detto Min Gu della RMIT University.
Non è di certo la prima volta che si cercano nuovi materiali per avere connessioni più veloci, in passato si è anche usato il grafene o silicio, ma questa volta i ricercatori australiani hanno voluto realizzare un device che si concentrasse nell’aumentare la capacità di informazioni trasmesse.
Il futuro di internet
Ma come ci connetteremo nel futuro ad internet? È semplice pensare alla tecnologia 5G che ci permetterà, tra le altre cose, di connetterci ai casino live tipo quello presente in questo sito. Questa tecnologia innovativa riscrive completamente le regole del mobile, i primi smartphone che la vantano stanno arrivando su piazza e permetteranno di usufruire di una grande quantità di dati simultaneamente. L’obiettivo per il 2025 è portare la connessione a 100 gigabit al secondo con un tempo di latenza a 3 millesimi di secondo. Il futuro. La connessione a banda ultralarga per il 2020 coprirà l’85% della popolazione italiana, di fatto permetterà connessioni rapide e sicure quindi un notevole vantaggio per privati e per il settore pubblico.
Ad oggi la copertura è bassa, l’11% rispetto alla media europea che è circa il doppio. Proprio in questi giorni nel paese c’è molto fermento per la prima antenna 5G standard che è stata accesa. Le varie società di telecomunicazioni hanno inviato le loro offerte allo Stato per aggiudicarsi le frequenze, parliamo di un giro che come minimo permetterà all’Italia di incassare due miliardi e mezzo di euro, ma ovviamente la sfida sarà al rialzo.
Ed il 6G? non è ancora ufficialmente nata la 5G che già si pensa al 6G. L’impulso, questa volta, parte dall’Asia e, dalla Cina in particolare che, per bocca del suo ministro della Scienza e della Tecnologia, ha annunciato il via ufficiale per le ricerche che porteranno all’introduzione del nuovo standard. E questo nonostante il Paese del Dragone abbia attivato i suoi network di quinta generazione soltanto un mese fa. L’attività – si legge nella nota ministeriale – verrà condotta da due diversi gruppi di lavoro. Il primo, che avrà il compito di definire le linee guida della ricerca, sarà costituito da membri del governo, mentre l’altro, che si occuperà principalmente dello sviluppo tecnologico, sarà costituito da 37 figure di primo piano provenienti da università e mondo dell’impresa.
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